eccolo
Titolo:Web, blog ed editoria elettronica
Inoltre, il testo parla "giornali e riviste", quindi in teoria non si applicherebbe a Internet, nè ai blog. Nel Web tuttavia il tema dei diritti di riproduzione e' finito nell'occhio del ciclone, dopo che in Belgio la magistratura ha condannato Google News a non aggregare i contenuti di editori che avevano manifestato la loro contrarietà. Il servizio, che per scelta non veicola pubblicità, funziona come una grande rassegna stampa dove, in tempo reale, vengono "succhiate" e ordinate le headlines messe a disposizione attraverso la tecnologia RSS da siti d'informazione grandi e piccoli. Google offre gratuitamente al navigatore il meglio dei giornali online, che a loro volta beneficiano del traffico proveniente dai clic generati. Per questo il sistema finora è andato bene a tutti, ma oggi qualcuno ha cominciato a farsi delle domande. Senza un accordo tra le parti, esiste infatti un diritto di riproduzione parziale ? Con una sentenza che fara' discutere ancora a lungo, il tribunale belga ha detto di no, dando torto a Google e ragione agli editori. E' presto per capire se questo orientamento risulterà prevalente o, semplicemente, avrà un seguito nella giurisprudenza, ma di certo almeno un dogma sembra essere caduto. Il dogma recitava: servizi come Google News creano vantaggi per la rete e quindi tutti. Adesso potremmo essere entrati in una fase di negoziazione tra i vari attori del network. Persino in Italia, dove le cifre sono lillipuziane, alcuni blogger sembrano portati a credere che i grandi aggregator (come Libero o Kataweb News) potrebbero cominciare a condividere con gli autori dei post citati i ricavi derivati dalla pubblicita'. Forse si fanno delle illusioni, forse no. Ma intanto la problematica e' parecchio complessa e anche piuttosto calda. E l'art. 32 del Collegato sembra fatto apposta per portarla alla luce.