Se è un riferimento credibile, se dietro di esso ci sta una comunità aperta dove si possono discutere i principi e i casi particolari
primo punto da discutere.....visitando le FAQ, la sezione About non si capisce chi siano esattamente, cosa vogliano e soprattutto si capisce non c'è modo di discutere le loro decisioni....

altrimenti sarebbe poco differente se google scegliesse egli stesso i siti da condannare come truffatori.
infatti il dominio è registrato a nome di Google, Inc.

Il fatto è che troppe società ci marciano sù ... soprattutto sopra utenti medi che non conoscono bene le varie meccaniche di dialer, adware ecc ecc.
questo direi che è il grosso problema....ciò nonostante va fatto notare che il problema dei dialer autoinstallanti nasce con IE 5 il quale permetteva a tutti di eseguire script Active-X....con IE 6 di default il browser chiede il permesso all'utente.....a questo punto rimane da alfabetizzare gli utenti affinchè comprendano cosa succede intorno a loro....

Io causa adware ho dovuto formattare in passato almeno un paio di volte il pc... e non ti dico tra perdita di tempo e di dati
queste mette in evidenza il fatto che è responsabilità dei produttori di software creare software robusto e a prova di worm....ormai esistono tecniche efficienti ( filtri bayesiani, sistemi fuzzy, ecc.... )....

E poi secondo me mica diffama.. ti avvisa semplicemente che navigando quel dato sito potresti avere problemi poi tu puoi fare quello che vuoi...
appunto, afferma che il sito tal dei tali è sospetto....è come se io andassi in giro a dire che Berlusconi è un narcotrafficante.....

il problema grosso è il sistema....non vi è nessuna possibilità di controllare l'operato di stopbadware.org, oggi colpiscono i siti presunti "maligni", domani chi colpiranno? Google si trova in una posizione, e lo sanno bene tutti quelli che col web ci lavorano, di rovinare intere aziende col suo operato.....

spero che presto i governi intervengano perchè la situazione sta diventando insostenibile, visto che ormai Google ha di fatto il monopolio della ricerca di dati sul web