Mi sono espresso male riguardo alla satira, il termine corretto è cinismo.
Cinismo sul clero: un cardinale che predica ricette di cucina con fervore religioso, preti in ristoranti di lusso, suore che si fanno di botulino.
Cinismo sulla nobiltà romana decaduta.
Cinismo sulla Roma bene e radical chic.
Cinismo addirittura sugli attori italiani (Verdone e la Ferilli sono quasi la parodia di se stessi).
Cinismo proprio sul nulla di cui parli tu, sulla vacuità di vite buttate.
Io di contenuti ne ho visti parecchi, anche se trattati in modo particolare e sicuramente non approfonditi, non essendo quello lo scopo.
Anche sui dialoghi ho sbagliato nel definirli arguti, anche se ci sono picchi notevoli di arguzia: lo sfogo di Jep nei confronti della radical-chic moralista, l'intervista all'artista della craniata al muro.
Facendo mente locale però è vero, il dialogo è scarso, però l'ho trovato sempre velenoso e devastante oppure in altri casi funzionale alla sfera onirica. A mio avviso è un film in cui non si sente la mancanza del parlato.
Risulta scollato appunto perché non è un film con trama, però "zuppa di luoghi comuni" proprio non mi è sembrato, e non solo perché, come ripeto, la bellezza non sta nei contenuti ma nella forma, ma anche perché è di un cinismo devastante.
In alcune parti addirittura simbolico (la mostra delle foto è allucinante), per chi vuole divertirsi a scovare il simbolismo (voluto o casuale che sia).
Per quanto mi riguarda rimangono forti immagini legate a vive impressioni. La dimensione onirica è fortissima.