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  1. #111
    Arrivano nuove informazioni sull'origine del paziente zero.
    da un articolo apparso sul New England Journal of Medicine il 30 gennaio scorso. Nella ricerca scientifica viene descritto quanto capitato in Germania, a Monaco di Baviera, pochi giorni prima, intorno al 24 gennaio, quando un uomo d’affari di 33 anni ha cominciato ad accusare malori, tosse e febbre alta, ma poi si è quasi subito sentito meglio tornando così a lavoro il giorno 27. L’articolo scientifico prosegue notando che il primo caso tedesco, prima dell’insorgere dei sintomi, ha partecipato a diverse riunioni con una partner cinese della sua compagnia vicino a Monaco il 20 e 21 gennaio. La donna, originaria di Shangai, ha visitato la Germania tra il 19 ed il 22 senza aver alcun tipo di sintomo, palesatosi solamente una volta ritornata in Cina, dove è stata trovata positiva al test per il Covid-19 il giorno 26. Il 28 gennaio altri tre impiegati della ditta tedesca sono risultati positivi per il virus e di questi uno ha avuto contatto diretto con il “paziente 2”, il manager tedesco, gli altri due con il “paziente 1”, la donna cinese.Lo studio scientifico, oltre a certificare come la malattia sia sbarcata in Europa passando dalla Germania, che insieme alla Francia ha visto i primissimi casi di Covid-19 certificati, illustra anche un altro fattore molto importante per la nostra narrazione, ovvero la possibilità di contagio da parte di soggetti asintomatici.
    Basta questo per dire che sia stata la Germania a essere il focolaio principale per l’epidemia? No, ma in questo caso ci viene in soccorso proprio la scienza. L’averne mappato la sequenza genetica, infatti, ci ha permesso di ricostruire “l’albero genealogico” del virus e di individuare quindi i ceppi originari da cui si sono separati i ceppi locali, e nel grafico c’è una sorpresa: il virus italiano, indicato come CDG1/2020, sembra discendere, così come altri ceppi tra cui quello svizzero, finlandese, scozzese, brasiliano e messicano, proprio da quello tedesco originatosi nella Baviera, indicato come BavPat1/2020, o comunque avere un “parente comune”, ragionevolmente derivante dalla cinese sbarcata a Monaco.
    Possiamo quindi ipotizzare, con una notevole probabilità di certezza, che l’infezione che sta costringendo migliaia di persone in casa e che ha costretto alla chiusura delle scuole – proprio oggi prolungata almeno sino al 15 marzo – si sia diffusa proprio dalla Germania e da quel contatto con la manager cinese. Le tempistiche del resto parlano chiaro e sollevano più di un sospetto anche perché, come la stessa televisione di Stato tedesca Deutsche Welle ha riportato il 20 febbraio scorso, i casi di “influenza” in Germania sono raddoppiati, passando dai 40mila di inizio stagione a 80mila, in appena due settimane. Facendo un po’ di conti, e coi tempi di incubazione di Covid-19 alla mano (dati per 14 giorni), risaliamo circa all’inizio di febbraio, ovvero in un periodo stranamente concomitante col primo caso tedesco accertato e oggetto di studio da parte dei ricercatori.
    Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)

  2. #112
    e sul paziente uno italiano, parla l'anestetista che lo ha scoperto:

    Lei è Annalisa Malara, 38enne dottoressa a Codogno che in un'intervista a Repubblica ha ripercorso quelle convulse ore nel Lodigiano. Tutto inizia il 14 di febbraio, quando Mattia, un giovane atleta in ottima salute, contrae la "solita influenza" che però non passa. "Il 18 è venuto in pronto soccorso a Codogno e le lastre hanno evidenziato una leggera polmonite - spiega l'anestesista - Il profilo non autorizzava un ricovero coatto e lui ha preferito tornare a casa.
    Questione di poche ore: il 19 notte è rientrato e quella polmonite era già gravissima" Il viavai di Mattia dal nosocomio è probabilmente la causa della rapida propagazione del virus tra medici e
    pazienti dell'ospedale. Questo è innegabile. Ma la catena di contagi non era evitabile, o almeno non seguendo il protocollo previsto dal governo. Il 38enne infatti mostrava una "polmonite apparentemente banale" e nulla faceva pensare al coronavirus. Per arrivare alla diagnosi, la dottoressa Malara è dovuta "entrare nell’ignoto". Bisognerebbe lodarla, non accusarla di chissà cosa.Come rivelato dal Giornale.it, la circolare ministeriale in quel momento vigente (quella del 27 gennaio) forniva infatti disposizioni chiare ai medici in reparto: era da considerarsi un "caso sospetto" di coronavirus solo la persona con una "infezione respiratoria acuta grave" (non Mattia, almeno il primo giorno) che fosse anche stata in "aree a rischio della Cina nei 14 giorni precedenti all’insorgenza" dei sintomi o che avesse avuto contatti con in "caso probabile o confermato da nCoV". Il 38enne però non aveva dichiarato di aver viaggiato negli ultimi giorni, né di aver incontrato infetti. Per questo non è stato disposto il ricovero coatto, né il tampone. Solo grazie all'intuito della dottoressa Malara si è arrivati alla soluzione del caso. "Ho chiesto un'altra volta alla moglie se Mattia avesse avuto rapporti riconducibili alla Cina - spiega - Le è venuta in mente la cena con un collega, quello poi risultato negativo". Neppure dare il via libera all'analisi è stato semplice. L'anestesista ha dovuto "chiedere l'autorizzazione all'azienda sanitaria" e assumersi la responsabilità di realizzare tampone, perché "i protocolli italiani non lo giustificavano".
    Se nel frattempo il virus si è propagato non è dunque colpa di chi veste un camice. Né di una "gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli". Anzi: a sentire le parole della dottoressa, sarebbe proprio colpa di quelle disposizioni se l'infezione non è stata scovata prima: "Verso le 12.30 del 20 gennaio i miei colleghi ed io abbiamo scelto di fare qualcosa che la prassi non prevedeva.

    L'obbedienza alle regole mediche è tra le cause che ha permesso a questo virus di girare indisturbato per settimane". La pensa allo stesso modo anche il primario del Pronto Soccorso, Stefano Paglia, che dà atto alla collega di aver "forzato il protocollo": "La verità -
    dice - è che a Codogno, grazie a una straordinaria e anonima dottoressa con qualità cliniche di altissimo livello, l'Italia ha scoperto l'epidemia".
    https://www.ilgiornale.it/news/polit...a-1836482.html
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  3. #113
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    Quote Originariamente inviata da webus Visualizza il messaggio
    e sul paziente uno italiano, parla l'anestetista che lo ha scoperto:
    onore, come sempre, a chi hai un'intuizione e si prodiga per verificare i propri dubbi.
    brava dottoressa

  4. #114
    Quote Originariamente inviata da Angarat Visualizza il messaggio
    ma sono cifre sparate a caso o vi è un documento / studio?

    In Italia quanti milioni siamo, 50 o 60?
    Il 60% da dove salta fuori?

    Tanto così per chiedere.
    Forse quel 60% è partito da qui.

    "Sul virus cinese navighiamo nel buio", spiega Ilaria Capua che, in collegamento con PiazzaPulita su La7 non nasconde i dubbi e le preoccupazioni degli scienziati come lei. Ilaria Capua è una virologa ed ex politica italiana, nota per i suoi studi sui virus influenzali e, in particolare, sull’influenza aviaria.

    "Lo studio del collega Lipsitch di Harvard - prosegue l’esperta - dice che potrebbe essere infetto il 60 per cento della popolazione della terra. La forbice di incertezza è gigantesca"
    Inutile ti spieghi chi è Ilaria Capua.

    https://www.ilgiornale.it/news/crona...o-1836411.html
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  5. #115
    Sono tre giorni che Regione Lombardia ha chiesto l'istituzione di una zona rossa nella bergamasca. Nell'attesa oggi sono risultati positivi pure questore e prefetto di Bergamo.
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  6. #116
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    Io continuo a leggere pareri tanto contrastanti da parte di "esperti" che non so più cosa pensare.
    L'idea che mi sono fatto è che non sia particolarmente pericoloso, tranne per chi è anziano e con patologie, ma che sia un problema perché si sviluppa velocemente soffocando il sistema sanitario.
    Per il resto non ci sto capendo quasi nulla.
    Scusate i puntini di sospensione...... La verità è che non ho argomenti....

  7. #117
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    Quote Originariamente inviata da kalosjo Visualizza il messaggio
    L'idea che mi sono fatto è che non sia particolarmente pericoloso, tranne per chi è anziano e/o con patologie, ma che sia un problema perché si sviluppa velocemente soffocando il sistema sanitario.

    Per il resto non ci sto capendo quasi nulla.
    si, hai capito quel che c'è da capire.
    la parte grave è una polmonite primaria che non possiamo curare. ma normalmente si guarisce.
    non c'è molto altro.

  8. #118
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    Ultima modifica di Roby140569; 07-03-2020 a 11:22

  9. #119
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    Quote Originariamente inviata da kalosjo Visualizza il messaggio
    Io continuo a leggere pareri tanto contrastanti da parte di "esperti" che non so più cosa pensare.
    L'idea che mi sono fatto è che non sia particolarmente pericoloso, tranne per chi è anziano e con patologie, ma che sia un problema perché si sviluppa velocemente soffocando il sistema sanitario.
    Per il resto non ci sto capendo quasi nulla.
    E' tutto abbastanza semplice.
    Però una buona fetta della popolazione italiana non lo capisce.

    I numeri a spanne sono :

    - 10% ha capito il problema e cerca di evangelizzare i social e le loro cerchie di amicizie
    - 10% è andata in panico e la vedi in giro con mascherine, guanti e igienizzanti come non ci fosse il domani
    - 80% vive egoisticamente fregandosene del problema

    Ora, passiamo a ciò che accadrà nel breve futuro :
    - L'Italia avrà un'impennata di contagi, arriveremo tranquillamente a 100.000 contagiati entro fine marzo e se non si cambiano gli stili di vita, a 1.000.000 entro fine aprile
    - Tali cifre metteranno in ginocchio il sistema sanitario, e solo allora il governo provvederà a paralizzare il paese per un mese ( probabilmente stile Cina ), o forse continuerà a raccomandare di non uscire "blablabla" e ognuno continuerà a farsi i ca*** propri.

    La situazione è questa :
    - Il virus è molto contagioso ( MOLTO MOLTO MOLTO contagioso ).
    - Per evitare di contrarre il virus si dovrebbe evitare di andare in zone affollate.
    - Se si è a riposo ( scuola o lavoro ), si dovrebbe stare a casa, uscire per fare la spesa ( meglio una "grande" che duri per 7-10 giorni ) e basta.
    - Se si deve lavorare ( tutte le aziende che non possono permettersi il lusso di star chiusi ), bisogna seguire regole igieniche da immunodeficiente ( lavarsi spesso le mani, non toccare il proprio viso con le mani, evitare contatti con altre persone, cibarsi solo con mani pulite ).
    - Una volta smesso di lavorare, andare a casa o andare a far la spesa ( come sopra ).
    - Evitare uscite ( al ristorante, bar, discoteca, cinema, palestra... )
    - Se si sta facendo la spesa, magari farla anche per i propri cari ( anziani ) e portargliela. Evitare magari il contatto con gli anziani ( la lasciate fuori alla porta, loro la mettono in casa, si lavano le mani e stanno al sicuro.

    Purtroppo in giro ci sono molti (presunti) superuomini che credono di essere immortali o immuni ai virus, stanno tutto il giorno in giro.
    Ci sono poi i fessi, quelli che "ehi, la scuola è chiusa, andiamo a farci un giro in centro..."
    Ci sono quelli de : "le scuole sono chiuse, organizziamo le classi all'aperto"

    Tutti questi sono quelli che avrebbero il diritto all'estinzione anticipata, ma purtroppo il virus non li colpirà mortalmente.
    Però questi ignoranti, andranno a contagiare i loro cari, tra cui anziani, i quali probabilmente passeranno seri guai.
    Gli ignoranti hanno sicuramente amici "intelligenti" che credendo di aver a che fare con uno come loro, abbasseranno la guardia e si ammaleranno a loro volta.

    Quindi le indicazioni sono :
    - State a casa il più che potete
    - Evitate i luoghi affollati
    - Fate la spesa in luoghi non affollati e "raramente" ( una spesa unica per 7-10giorni dove possibile )
    - Lavatevi le mani
    - State lontani da altri il più possibile ( dicono un metro, ma uno starnuto impiega una frazione di secondo per coprire il metro... )

    Sono paranoico?
    Probabile, ma sebbene non ho problemi di salute ( quindi al massimo mi farò una 15na di giorni di convalescenza trattandola come una normale influenza ), ho a cuore la salute dei miei cari ( anziani ) e pertanto preferisco far meno vita sociale in questo periodo di crisi ed evitare i dementi.
    Veloce,Affidabile,Economico : Scegline 2

    Se la tua ragazza non te la da, tu non prendertela

  10. #120
    Nel frattempo gli "amici" europei, tra cui quelli che ci hanno mandato il virus, hanno di fatto requisito ogni fornitura medicale utile a questa emergenza. Rischiamo quindi di restare pure senza fornitura di quelle macchine di ventilazione per cui abbiamo appena stanziato i soldi.
    Siamo una squadra fortissimi.

    Ah, ed è il quarto giorno.
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