LONDRA. La Formula Uno non ha bisogno dell'America e non sovvenzionerà più gare lì se si dovesse ripetere il fiasco di spettatori dell'anno scorso. A due settimane dal Gp degli Usa, è questo il pensiero del responsabile dei diritti commerciali della Formula 1, Bernie Ecclestone, che in un'intervista al quotidiano «The Times» paventa per il prossimo anno la cancellazione del circuito di Indianapolis dal calendario.
«Che cosa abbiamo avuto dall'America? Solo seccature - afferma Ecclestone - non ci sono sponsor lì, i diritti televisivi non hanno mai spiccato il volo e abbiamo più spettatori a Malta che negli Usa».
Il 75enne uomo d'affari inglese lancia poi un chiaro messaggio agli organizzatori del Gp americano: «Se vogliono continuare ad avere una gara, sono felice di discutere con loro quando andrò a trovarli, ma non sono preparato a finanziare ancora la competizione».
Le parole di Ecclestone sono destinate a non essere ben accolte da team come la Bmw e la Ferrari che hanno nell'America il loro principale mercato per le vendite e gli sponsor. «Mantenere un gran premio nel paese è fondamentale per la salute commerciale della F1» ha dichiarato Frank Williams.
Quest'anno il Campionato del mondo di F1 ha già cancellato il Gp del Belgio. L'anno prossimo, viste le richieste di Russia, India, Messico e Sud Africa, si vorrebbe arrivare a 20 circuiti.