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  1. #1

    server di posta e privacy

    no, niente roba tecnica

    l'anno scorso ho installato un server di posta a un amico, è una ditta di medie dimensioni che riceve circa un migliaio di mail al giorno

    c'è una manciata di dipendenti rompiballe very very concerned riguardo la privacy, fino alla paranoia totale; non vi dico il casino che sta succedendo da quando hanno scoperto (sai che novità) che chi gestisce il server di posta all'occorrenza può leggere ogni cosa

    ovviamente dei contenuti non me ne può fregare di meno, ma le mail devo comunque farle periodicamente analizzare ai filtri bayesiani per combattere lo spam, quindi devo avere accesso alle mail in chiaro (un eventuale sistema di criptazione, che so manco se esiste, non sarebbe implementabile se no i filtri non ci capiscono più un tubo)

    questi da tempo paventano una causa sindacale (mah) appellandosi a questo e quell'articolo del 196/03, che conosco ben poco

    il capoccia non so come voglia procedere ma io, in qualità di sysadmin (wow quanto fa fico dirlo) che devo fare? me ne posso strasbattere bellamente le palle o è bene se mi informo un po' su come metterli a tacere?
    Sotto la panza la mazza avanza.

  2. #2
    che io sappia le mail mandate attraverso il sistema informatico aziendale, possono venir utilizzate dall'azienda stessa, senza limitazione alcuna.
    EX Mentecatto - succube della Honda
    Le mie foto|HONDA CLUB ITALIA!|DARTH LEGNANZ!

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di miki.
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    ma non vendevi jeans?

    Comunque aspetta di sentire cosa ti dicono. Per "sicurezza" farei una circolare dove dichiari che per motivi X te sei in grado di poter leggere la posta etc etc. In questo modo avverti le persone, e non potranno rinfacciarti che leggevi l'e-mail di nascosto.
    You cannot discover new oceans unless you have the courage to lose sight of the shore

    Caro Dio, quando nelle preghiere ti chiedevo di far morire quel pedofilo truccato, liftato,mentalmente disturbato e di colore indefinibile, non intendevo Michael Jackson.

  4. #4
    sì ma ho l'hobby del nerd; la circolare mi sembra una buona idea

    ecco lufo mi servirebbe un articolino di legge riguardo a quello
    Sotto la panza la mazza avanza.

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di gioggio
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    forse sarebbe il caso di spiegargli che la mail aziendale è uno strumento dell'azienda fornito ESCLUSIVAMENTE per lavorare e che l'utilizzo della stessa per motivi diversi è motivo di richiamo... se fanno gli 'nzi che faccia lo 'nzo pure il titolare...
    "La vita umana è breve, ma io vorrei viverla sempre" (25/11/1970)

  6. #6
    Originariamente inviato da Caleb
    sì ma ho l'hobby del nerd; la circolare mi sembra una buona idea

    ecco lufo mi servirebbe un articolino di legge riguardo a quello
    c'era stata una sentenza al riguardo tempo fa... ora non saprei dove cercarla.
    EX Mentecatto - succube della Honda
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  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di gioggio
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    Fonte: [ZEUS News - www.zeusnews.it - Numero 999 del 1-6-2002]

    Ti leggo l'email e ti licenzio
    Per un Giudice delle Indagini Preliminari di Milano è
    legittimo e lecito che un datore di lavoro possa entrare
    nella casella di posta elettronica di un dipendente e
    leggerne i contenuti. Questa è la sentenza rispetto al
    caso di una dipendente licenziata perché, durante
    un'assenza per ferie, il datore di lavoro aveva trovato
    nella sua e-mail aziendale messaggi riguardanti progetti
    estranei alla società. Una sentenza discutibile che
    legittimerebbe la lesione di più di un diritto individuale.
    [ZEUS News - www.zeusnews.it - Numero 999 del
    1-6-2002]

    A Milano una dipendente denuncia il prorio datore di
    lavoro per violazione dell'art. 61 del Codice Penale,
    quello che punisce chi viola il segreto epistolare, cioè
    legge una corrispondenza chiusa e diretta ad altri.
    Durante l'assenza della dipendente per ferie, il datore di
    lavoro aveva aperto la posta elettronica della dipendente
    e letto messaggi in cui si parlava di progetti estranei a
    quelli dell'azienda.

    Secondo la sentenza del Gip di Milano, a cui la
    lavoratrice si era appellata, "il datore di lavoro ha diritto
    ad entrare nella casella di posta elettronica in uso al
    lavoratore e di leggere i messaggi in entrata e in uscita,
    dopo averne lecitamente acquisito la password, che ha
    come esclusiva finalità non quella di proteggere la
    segretezza dei dati personali contenuti negli strumenti a
    disposizione del singolo lavoratore, bensì solo quella di
    imedire che ai predetti strumenti possano accedere
    persone estranee alla società".

    Secondo il giudice "l'uso della e-mail costtuisce un
    semplice strumento aziendale a disposizione
    dell'utente-lavoratore, al solo fine di consentire al
    medesimo di svolgere la propria funzione aziendale".


    Al Giudice si possono porre molteplici obiezioni, che,
    speriamo, potranno essere prese in considerazione in
    caso di appello: come si sarebbe pronunciato se il datore
    di lavoro, anzichè aprire la casella di posta elettronica,
    avesse aperto una tradizionale e comunissima busta di
    posta indirizzata al dipendente presso la sede
    dell'Azienda? Sulla base della considerazione che la
    posta elettronica è solo uno strumento per lo
    svolgimento delle funzioni aziendali è lecito per il datore
    di lavoro intercettare ed ascoltare, anche all'insaputa
    dell'interessato, comunicazioni telefoniche su telefoni
    fissi e mobili dati in comodato d'uso da parte
    dell'azienda al lavoratore?

    L'estensione di questa sentenza ad altri ambiti più
    tradizionali della comunicazione aziendale
    nasconderebbe enormi pericoli e ci si può chiedere se
    non vada, clamorosamente, in collisione su quanto
    stabilisce la legge sulla privacy per la tutela dei dati
    riservati e sensibili (idee politiche, religiose, sindacali,
    comportamenti privati) dei lavoratori.

    Infine è conciliabile una sentenza del genere su quanto
    stabilisce l'art. 4 dello Statuto dei Lavoratori che vieta le
    forme occulte di controllo a distanza, con l'ausilio di
    dispositivi informatici e telematici, da parte dei datori di
    lavoro sui propri dipendenti.

    Oltretutto il datore di lavoro può tutelarsi da utilizzi
    della posta elettronica non coerenti con le attività
    lavorative disabilitando con appositi filtri la possibilità di
    inviare e ricevere posta elettronica da molti indirizzi,
    anche se una mentalità repressiva rispetto all'uso di
    questi nuovi strumenti non è in linea con una prassi che
    voglia dare autonomia, fiducia, e punti
    sull'autoresponsabilizzazione rispetto ai risultati.

    La necessità di regolamentare i diritti alla privacy,
    nell'utilizzo di questi strumenti di comunicazione
    aziendale, è stata messa in evidenza in più occasione
    dall'Autority di Stefano Rodotà che ha invocato, più che
    nuove leggi, accordi tra le parti socilali, aziende e
    sindacati, che regolino l'utilizzo della posta elettronica.

    Senza dimenticare che sempre più nelle aziende si
    diffondono sistemi di messaggeria, vere e proprie "chat
    aziendali" che possono soffrire di un occhiuto e non
    disinteressato controllo dei datori di lavoro.
    "La vita umana è breve, ma io vorrei viverla sempre" (25/11/1970)

  8. #8
    Originariamente inviato da gioggio
    forse sarebbe il caso di spiegargli che la mail aziendale è uno strumento dell'azienda fornito ESCLUSIVAMENTE per lavorare e che l'utilizzo della stessa per motivi diversi è motivo di richiamo... se fanno gli 'nzi che faccia lo 'nzo pure il titolare...
    la questione sembra essere nata da quando ho bloccato i domini tipo bastardidentro.com, telefonino.net, suoneriegratis.it, desktopconmiasorellanudaagambelarghe.net e vaccate simili

    dico io son qui che mi faccio il culo quadro per tentare di bloccare le tonnellate di spam che gli arrivano e questi si iscrivono a tutte le stronzate esistenti

    ma a parte l'uso della mail aziendale per cose strettamente private, non si considera privata ogni comunicazione, indipendentemente dal fatto che riguardi l'azienda o meno?
    Sotto la panza la mazza avanza.

  9. #9
    Originariamente inviato da gioggio
    ...
    bella lì proprio quel che mi serviva

    (ma quanto cazz è lento il forum oggi?)
    Sotto la panza la mazza avanza.

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di gioggio
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    Originariamente inviato da Caleb
    la questione sembra essere nata da quando ho bloccato i domini tipo bastardidentro.com, telefonino.net, suoneriegratis.it, desktopconmiasorellanudaagambelarghe.net e vaccate simili

    dico io son qui che mi faccio il culo quadro per tentare di bloccare le tonnellate di spam che gli arrivano e questi si iscrivono a tutte le stronzate esistenti

    ma a parte l'uso della mail aziendale per cose strettamente private, non si considera privata ogni comunicazione, indipendentemente dal fatto che riguardi l'azienda o meno?
    il punto IMHO non è il fatto che siano comunicazioni private ma che uno strumento dell'azienda venga utilizzato per finalità estranee allo svolgimento delle mansioni...

    è sempre brutto fare i rigidini ma se questi non capiscono che creano dei disagi con la loro imbecillità allora ti tocca per forza... se poi si vogliono iscrivere alla mailing list idiote lo facciano utilizzando uno delle decine di servizi di posta gratuiti disponibili in rete... ecchecchezzo...
    "La vita umana è breve, ma io vorrei viverla sempre" (25/11/1970)

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