... e sono già al quarto caffè.
I primi 2 dal mokone di casa, con una spruzzata di latte di soya aperto da innumerevoli giorni. Il latte normale ha fatto una finaccia. Ieri, nella fretta boia, non l'ho riposto nel mio frigo - pressocché vuoto tra l'altro - ma dentro la credenza dei biscotti.
Stamattina giravo vagamente nervosa, nonostante sedata dagli antidolorifici ieri sera, alla ricerca di quel latte che ho ipotizzato essermi stato fregato da mio padre (cosa impossibile, poichè si sono tutti trasferiti al mare) oppure finito inavvertitatamente nella spazzatura. Quando ho aperto la credenza per riporre le merendine allo strudel con la marmellata di mirtilli, comprate per 65 centesimi all'hard discount, ed ho visto il cartoccetto da mezzo litro della TreValli, mi sono sentita debole nelle ginocchia.
Sapevo ciò che mi sarebbe aspettato versando un goccio di latte nel lavandino. Vale a dire un'immonda pappetta di consistenza ricottosa che cadendo con il suo onomatopeico plop plop plop richiama ben altre sostanze che preferisco non nominare.
Affranta, e consapevole che imprecare contro il dio dei maldestri mi avrebbe nuovamente scatenato il mal di testa che è lì, che mi aspetta al varco, nonostante l'Optalidon, bevo il cicutone tutto di un fiato e vengo a lavoro.
Qui, mi prendo il secondo caffè. Me lo offre un collega. In effetti ho ancora sonno, e accetto. Un caffé corto, bollente, che allungo con acqua fredda tra gli sfottò dei colleghi.
Oggi però è una giornata importante, di contatti e riunioni. Il capo mi dice di fare il punto di una situazione "prendendoci un caffè".
Oddio.
Che fai? Non puoi mica dire di no.
E stavolta opto per un poco impegnativo caffè macchiato. Che è caldo, caldissimo, anche questo. Mentre medito su come berlo, temporeggio girando il pezzettino di plastica che funge da cucchiaino. Lo giro così a lungo che rischio di montarlo a neve come le chiare dell'uovo. Il capo beve il suo espresso tutto d'un fiato. Io deglutisco e per non essere da meno ne prendo una sorsatina che mi ustiona diciamo... mah... 250 papille gustative.
Who cares, lo allungo con l'acqua fredda.
Il capo mi guarda così ma non dice nulla, durante un'altra riunione alla macchinetta del caffè gli ho confessato di gradire a volte anche i beveroni di Starbucks.
E me ne ritorno qui, alla tastiera, e scrivere due minchionate sul forum, perchè il cervello è ancora sedato, ma le mani mi sudano e i piedi battono a tamburello.
A pensarci, potrei mettermi a ballare. Il busto andrebbe da una parte e le gambe dall'altra, proprio come a Romina Power.
Buongiorno a tutti comunque eh