sotto 2 volte alla Camera
ROMA - Sì definitivo della Camera alla manovra bis che contiene anche il decreto Bersani-Visco sulle liberalizzazioni e sulla anti-evasione. I voti a favore sono stati 278, 193 quelli contrari. Due deputati si sono astenuti. Sul provvedimento, il governo ha incassato la fiducia sia alla Camera sia al Senato.
La manovra bis è stata approvata al termine di una giornata "difficile" per il governo battuto due volte alla Camera su due diversi ordini del giorno. Il primo presentato da Rifondazione comunista, il secondo da Forza Italia. L'odg del Prc - sui servizi pubblici locali - è passato nonostante il parere contrario dell'esecutivo con 271 voti favorevoli e 242 contrari. Il secondo odg, il cui primo firmatario era Paolo Uggè di Forza Italia, ha ottenuto 248 sì e 240 no.
L'ordine del giorno presentato da Rifondazione riguarda, in particolare, l'articolo 13 del decreto-legge che limita l'operatività delle società a capitale interamente pubblico o misto togliendo loro la possibilità di svolgere prestazioni a favore di altri soggetti. L'odg approvato impegna il governo a rivedere, "anche alla luce di ulteriori approfondimenti sugli effetti reali, la normativa nell'ambito della prossima sessione di bilancio al fine di eliminare i possibili impatti negativi sull'operatività e sull'efficienza delle società pubbliche interessate".
L'altro odg approvato dalla Camera, e presentato da Forza Italia, nonostante il parere contrario del governo, riguarda i fondi per il Parco dello Stelvio e punta ad evitare che al parco vengano tagliati finanziamenti come previsto dall'ultima Finanziaria. Con la sua approvazione si impegna l'esecutivo "ad adottare le opportune iniziative affinchè il rispetto dei limiti di spesa imposti dalla legge finanziaria 2006 possa trovare applicazione esclusivamente per quanto riguarda le spese finanziate da fondi statali".
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Capisco che i sostenitori della sinistra, della serietà al governo, di quelli che delusi (giustamente) dal governo Berlusconi hanno optato per una nuova gestione, ma con tutti questi ricorsi alla fiducia, siamo sicuri che resterà a galla dopo l'estate? E' possibile che si ritorni a votare, certo non subito, ma fosse anche nel primo trimestre 2007 o al più tardi a inizio 2008, ma a questo punto, come reagiranno gli elettori? Voteranno di nuovo l'Unione sapendo che c'è il rischio concreto di tornare in questa situazione o voteranno la destra? Certo con un Berlusconi agguerrito, ma che a molti non piace, eppure capace di tenere unita la CdL almeno nei 5 anni passati. Prodi potrà di nuovo contare su una maggioranza risicata o questa volta sarà sicura? O peggio, cosa succederebbe se gli elettori non lo volessero?