In vigore dal 1962, l’embargo nordamericano è stato rafforzato nell’Ottobre 1992 grazie al Cuban Democracy Act, o Legge Torricelli, che si proponeva di ridurre lo sviluppo delle forze primarie dell’economia cubana tagliando l’apporto di fondi e materie prime in tre modi: a) limitando il trasferimento di valuta straniera inviata in patria dagli esiliati b) impedendo l’attracco nei porti nordamericani di navi che avevano precedentemente sostato a Cuba c) imponendo sanzioni a quelle firms che avevano commerciato con Cuba anche sotto la giurisdizione di un paese intermediario. L’embargo è stato poi ufficializzato dal Cuban Liberty and Democracy Solidarity Act ("Helms Burton Law") del Marzo 1996, volto ad inasprire le sanzioni ‘internazionali’ contro Cuba. Il suo Articolo I generalizza il numero di merci che non possono essere importate dall’isola, richiedendo, ad esempio che industrie americane provino l’assenza di zucchero cubano nei loro prodotti, cosa già sperimentata col nickel.
Secondo una fonte ufficiale, i danni diretti causati dall’embargo americano su Cuba dal 1962 ad oggi ammontano ad oltre 70mila miliardi di dollari.
Questi includono: a) la perdita di guadagni causata dagli ostacoli posti allo sviluppo di servizi ed esportazioni (turismo, trasporto aereo, zucchero, nickel); b) le perdite registrate come risultato del riorientamento geografico dei flussi commerciali (aumento dei costi di trasporto, imballaggio e vendita nell’acquisto dei beni…); c) l’impatto delle limitazioni imposte alla crescita della produzione nazionale di beni e servizi (accesso limitato alla tecnologia, accesso limitato alle strumentazioni e di conseguenza veloce obsolescenza delle attrezzature, ridimensionamento forzato delle firms, serie difficoltà affrontate da settori come quello zuccheriero, elettrico, dei trasporti ed agricolo…); d) restrizioni monetarie e finanziarie (l’impedimento alla rinegoziazione del debito con l’estero, l’impossibilità di accedere al mercato del dollaro, l’impatto sfavorevole della variazione dei costi di scambio nel commercio, l’aumento dei costi di finanziamento dovuto all’opposizione degli Stati Uniti all’accesso cubano ad istituzioni finanziarie internazionali…); e) le conseguenze perniciose degl’incentivi all’emigrazione, anche illegale (perdita di risorse umane e di talenti nati nell’ambito del sistema educativo cubano…); f) danni sociali (legati alla scarsità di cibo, a deficienze sanitarie, educative, culturali, sportive…).
Molti medicinali che non sono prodotti nel paese scarseggiano, e questo complica l’attuazione di trattamenti contro il cancro al seno, la leucemia, le malattie cardiovascolari e renali, l’AIDS. In aggiunta a tutto questo, le violazioni delle libertà di movimento e ricerca scientifica operate dalle autorità nordamericane (la riduzione negli spostamenti dei ricercatori, la mancanza di rispetto degli accordi bilaterali sui permessi di soggiorno dei ricercatori cubani, il rifuso di garantire licenze per software o di soddisfare gli ordini cubani di libri, riviste, dischetti o CD-Roms di letteratura scientifica specialistica…) hanno esteso il raggio d’azione dell’embargo ad aree formalmente escluse dalla legge in vigore. Viene così impedita la proliferazione di rapporti cooperativi solidali tra nazioni.