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Discussione: il paradosso di Cuba.

  1. #1
    Utente di HTML.it
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    il paradosso di Cuba.

    Ovvero, perche' l'america e' ancora terrorizzata da quell'isoletta? voglio dire, il rischio che c'era durante la guerra fredda, ovvero che l' Unione Sovietica piazzasse qualche atomica nell'alleata cuba, non c'e' piu'.

    Quindi, perche' l'embargo? per danneggiare Fidel? davvero non si rendono conto che senza l'embargo Fidel durerebbe pochissimo? Vabbeh che gli americani sono una massa di ignoranti senza eguali, ma dovrebbero essere in grado di capire che e' solo e soltanto nei momenti di difficolta' che la gente cerca un leader forte, del resto e' la loro stessa politica, no?
    ATTENZIONE

    Non sono piu' presente sul forum. Ma potrei tornare a rompere le balle all'improvviso per poi sparire di nuovo.

  2. #2
    Utente di HTML.it
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    All'america fa comodo che ci sia Castro, senza la dittatura i cubani emigrerebbero in massa negli Usa
    "L'ultima volta che sono entrato in una donna è stato quando ho visitato la Statua della Libertà"
    (W. Allen)

  3. #3
    senza castro e senza dittatura poi perchè dovrebbero emigrare?
    Karmacoma, jamaica' aroma

  4. #4
    Utente di HTML.it
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    Originariamente inviato da bakuryu
    senza castro e senza dittatura poi perchè dovrebbero emigrare?
    Perchè in america si sta meglio o almeno così credono
    "L'ultima volta che sono entrato in una donna è stato quando ho visitato la Statua della Libertà"
    (W. Allen)

  5. #5
    Utente di HTML.it
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    Originariamente inviato da fulk87
    Perchè in america si sta meglio o almeno così credono
    fatto sondaggi con tutta la popolazione cubana, per caso?
    ATTENZIONE

    Non sono piu' presente sul forum. Ma potrei tornare a rompere le balle all'improvviso per poi sparire di nuovo.

  6. #6

    Re: il paradosso di Cuba.

    Originariamente inviato da Druzya
    Ovvero, perche' l'america e' ancora terrorizzata da quell'isoletta? voglio dire, il rischio che c'era durante la guerra fredda, ovvero che l' Unione Sovietica piazzasse qualche atomica nell'alleata cuba, non c'e' piu'.

    Quindi, perche' l'embargo? per danneggiare Fidel? davvero non si rendono conto che senza l'embargo Fidel durerebbe pochissimo? Vabbeh che gli americani sono una massa di ignoranti senza eguali, ma dovrebbero essere in grado di capire che e' solo e soltanto nei momenti di difficolta' che la gente cerca un leader forte, del resto e' la loro stessa politica, no?
    e' l'idea stessa di embargo che mi lascia perplessa; ogni tanto mi chiedo come sarebbe andata con saddam hussein se anziche' "embargarlo" avessero profuso aiuti a pioggia sulla gente: forse quest'ultima si sarebbe ribellata da sola, se ne avesse avuto la forza (= pancia piena in primo luogo)

  7. #7
    Utente di HTML.it
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    Re: Re: il paradosso di Cuba.

    Originariamente inviato da rebelia
    e' l'idea stessa di embargo che mi lascia perplessa; ogni tanto mi chiedo come sarebbe andata con saddam hussein se anziche' "embargarlo" avessero profuso aiuti a pioggia sulla gente: forse quest'ultima si sarebbe ribellata da sola, se ne avesse avuto la forza (= pancia piena in primo luogo)
    hummm... pero' la cosa mi fa riflettere. vuoi forse che, sapendo che parte delle entrate dovute a un commercio libero finiscono in mano ai dittatori, chi opta per l'embargo voglia spingere il popolo a ribellarsi?

    no, troppo complessa, come motivazione. in ogni caso, se non fai l'embargo, si arricchisce la dittatura a scapito del popolo. se lo fai, la dittatura non si arricchisce ma il popolo fa la fame.
    ATTENZIONE

    Non sono piu' presente sul forum. Ma potrei tornare a rompere le balle all'improvviso per poi sparire di nuovo.

  8. #8

    Re: Re: Re: il paradosso di Cuba.

    Originariamente inviato da Druzya
    hummm... pero' la cosa mi fa riflettere. vuoi forse che, sapendo che parte delle entrate dovute a un commercio libero finiscono in mano ai dittatori, chi opta per l'embargo voglia spingere il popolo a ribellarsi?

    no, troppo complessa, come motivazione. in ogni caso, se non fai l'embargo, si arricchisce la dittatura a scapito del popolo. se lo fai, la dittatura non si arricchisce ma il popolo fa la fame.
    ho sempre creduto che una delle motivazioni dell'embargo sia spingere il popolo a ribellarsi

    se mi chiedi *come* nutrire il popolo e far si che si ribelli, non te lo so dire, ma so che la guerra sta funzionando sempre meno ogni volta che la applicano (e non mi sto riferendo solo agli ultimi 5 anni)

  9. #9
    Il primo a tifare per l'"embargo" (embargo di che poi...) è lo stesso Castro. Continuiamo a credere alle favolette di agenti della CIA che guidano la ribellione e cavolate varie.

  10. #10
    Originariamente inviato da trinityck
    Il primo a tifare per l'"embargo" (embargo di che poi...)
    In vigore dal 1962, l’embargo nordamericano è stato rafforzato nell’Ottobre 1992 grazie al Cuban Democracy Act, o Legge Torricelli, che si proponeva di ridurre lo sviluppo delle forze primarie dell’economia cubana tagliando l’apporto di fondi e materie prime in tre modi: a) limitando il trasferimento di valuta straniera inviata in patria dagli esiliati b) impedendo l’attracco nei porti nordamericani di navi che avevano precedentemente sostato a Cuba c) imponendo sanzioni a quelle firms che avevano commerciato con Cuba anche sotto la giurisdizione di un paese intermediario. L’embargo è stato poi ufficializzato dal Cuban Liberty and Democracy Solidarity Act ("Helms Burton Law") del Marzo 1996, volto ad inasprire le sanzioni ‘internazionali’ contro Cuba. Il suo Articolo I generalizza il numero di merci che non possono essere importate dall’isola, richiedendo, ad esempio che industrie americane provino l’assenza di zucchero cubano nei loro prodotti, cosa già sperimentata col nickel.

    Secondo una fonte ufficiale, i danni diretti causati dall’embargo americano su Cuba dal 1962 ad oggi ammontano ad oltre 70mila miliardi di dollari.
    Questi includono: a) la perdita di guadagni causata dagli ostacoli posti allo sviluppo di servizi ed esportazioni (turismo, trasporto aereo, zucchero, nickel); b) le perdite registrate come risultato del riorientamento geografico dei flussi commerciali (aumento dei costi di trasporto, imballaggio e vendita nell’acquisto dei beni…); c) l’impatto delle limitazioni imposte alla crescita della produzione nazionale di beni e servizi (accesso limitato alla tecnologia, accesso limitato alle strumentazioni e di conseguenza veloce obsolescenza delle attrezzature, ridimensionamento forzato delle firms, serie difficoltà affrontate da settori come quello zuccheriero, elettrico, dei trasporti ed agricolo…); d) restrizioni monetarie e finanziarie (l’impedimento alla rinegoziazione del debito con l’estero, l’impossibilità di accedere al mercato del dollaro, l’impatto sfavorevole della variazione dei costi di scambio nel commercio, l’aumento dei costi di finanziamento dovuto all’opposizione degli Stati Uniti all’accesso cubano ad istituzioni finanziarie internazionali…); e) le conseguenze perniciose degl’incentivi all’emigrazione, anche illegale (perdita di risorse umane e di talenti nati nell’ambito del sistema educativo cubano…); f) danni sociali (legati alla scarsità di cibo, a deficienze sanitarie, educative, culturali, sportive…).

    Molti medicinali che non sono prodotti nel paese scarseggiano, e questo complica l’attuazione di trattamenti contro il cancro al seno, la leucemia, le malattie cardiovascolari e renali, l’AIDS. In aggiunta a tutto questo, le violazioni delle libertà di movimento e ricerca scientifica operate dalle autorità nordamericane (la riduzione negli spostamenti dei ricercatori, la mancanza di rispetto degli accordi bilaterali sui permessi di soggiorno dei ricercatori cubani, il rifuso di garantire licenze per software o di soddisfare gli ordini cubani di libri, riviste, dischetti o CD-Roms di letteratura scientifica specialistica…) hanno esteso il raggio d’azione dell’embargo ad aree formalmente escluse dalla legge in vigore. Viene così impedita la proliferazione di rapporti cooperativi solidali tra nazioni.
    http://www.zmag.org/italy/herrera-embargocuba.htm

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