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  1. #1

    Guerrilla marketing per l'e-commerce enogastronomico?

    Ciao a tutti. La fine di agosto mi pare l'ideale per tirare un poco il fiato e prepararsi alla ripresa a pieno ritmo che verrà con settembre. Ne approfitto per lanciare una domanda: secondo voi ha senso (e se sì quali possono essere i parametri in termini di costi, redemption o altro, per misurarne efficacia ed efficienza) pensare ad un'azione di guerrilla marketing per un sito enogastromomico come quello nostro in firma?
    E più in generale le azioni di guerrilla marketing, dallo stickering alla creazione di falsi eventi, fino alla creazione di gruppi di utenti che discutano online su chat, forum e newsgroup del sito o dei prodotti tramite esso veicolati (dagli articoli della sezione redazionale siano ai singoli prodotti del catalogo online) possono essere sensate e, da un punto di vista del rapporto costi/ricavi, sostenibili per un progetto online (non necessariamente il nostro, se qualcuno ha degli esempi concreti che servano per valutarne l'efficacia... ben venga)?
    Ci stiamo pensando da un po', notando che la platea di navigatori cresce anche in Italia (se ho letto bene ormai siamo sopra i 18 milioni di utenti regolari) e con essa lentamente il numero di acquirenti online anche per il settore enogastronomico (che pure ha tutta una serie di problemi "logistici" e di "esperienza sensoriale" rispetto alla vendita, che so, di mp3 o di componenti hardware per computer...).
    Sono gradite riflessioni ad alta voce... grazie
    Gli uomini di poche parole sono i migliori - W. Shakespeare
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  2. #2

    Nessuno ne sa niente?

    Nessuno ne sa niente della guerrilla marketing? O al contrario è già stato detto tutto (possibile?)? O ancora ritenete tale tecnica di comunicazione/promozione inadatta al web e/o al settore enogastronomico?
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  3. #3

    Grazie ugualmente

    Deduco che la guerrilla marketing non vi sembra una tecnica interessante per promuovere siti di ecommerce (leggendo anche altre risposte a thread recenti), dunque... grazie comunque per il feedback. Alla prossima.
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  4. #4

    Il parere della carampana sprovveduta

    Originariamente inviato da 6 In Rete
    Sono gradite riflessioni ad alta voce... grazie
    Ho letto di recente del guerrilla marketing. Credo che nasca da un'idea originale e in una certa misura disinteressata e menefreghista da autori che hanno un animo gaio e curioso. E che poi i professionisti dicano "Caspita! Hanno ottenuto un grande successo con metodi assolutamente eccentrici! Deve trattarsi di guerrilla marketing!" Insomma mi pare che sia più un'etichetta applicata a posteriori che un progetto studiato a tavolino per incrementare le vendite. Mi conforta in questa convinzione il fatto che sia stato considerato guerrilla marketing il successo ottenuto da Wu Ming. Io li conosco gli ex-ragazzi di Wu Ming e ti assicuro che quando hanno lanciato la loro idea non pensavano più che tanto alla ricaduta quanto al fatto che fare certe cose li attizzava. Idem dicasi per il fenomeno "de puta madre". Insomma ci vogliono le persone (o le ditte) giuste, se no si rischia di passare per quelli che vogliono fare gli originali a tutti i costi (un ruolo patetico). Con questo non voglio dire che tu (o i tuoi committenti) non siate le persone adatte: lungi da me l'idea, non vi conosco! Però ho visto il sito e mi pare elegante, curato, appropriato a un certo target, ma nel complesso abbastanza "perbenino", poco in carattere con le operazioni di guerriglia. Hai intenzione di cambiare completamente stile?
    Umanesimo informatico, perché il medium non prevalga sul messaggio

  5. #5
    Utente bannato
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    110

    Re: Grazie ugualmente

    Originariamente inviato da 6 In Rete
    Deduco che la guerrilla marketing non vi sembra una tecnica interessante per promuovere
    Alla fine dopo 3 messaggi tutti tuoi sei riuscito a racimolare una risposta, che schifo! La gente onesta scrive nel forum quello che vuole comunicare o chiedere, senza up e senza "allora proprio non vi interessa?". Vergogna.

  6. #6

    Re: Il parere della carampana sprovveduta

    Originariamente inviato da bettacam
    Ho letto di recente del guerrilla marketing. Credo che nasca da un'idea originale e in una certa misura disinteressata e menefreghista da autori che hanno un animo gaio e curioso. E che poi i professionisti dicano "Caspita! Hanno ottenuto un grande successo con metodi assolutamente eccentrici! Deve trattarsi di guerrilla marketing!" Insomma mi pare che sia più un'etichetta applicata a posteriori che un progetto studiato a tavolino per incrementare le vendite. Mi conforta in questa convinzione il fatto che sia stato considerato guerrilla marketing il successo ottenuto da Wu Ming. Io li conosco gli ex-ragazzi di Wu Ming e ti assicuro che quando hanno lanciato la loro idea non pensavano più che tanto alla ricaduta quanto al fatto che fare certe cose li attizzava. Idem dicasi per il fenomeno "de puta madre". Insomma ci vogliono le persone (o le ditte) giuste, se no si rischia di passare per quelli che vogliono fare gli originali a tutti i costi (un ruolo patetico). Con questo non voglio dire che tu (o i tuoi committenti) non siate le persone adatte: lungi da me l'idea, non vi conosco! Però ho visto il sito e mi pare elegante, curato, appropriato a un certo target, ma nel complesso abbastanza "perbenino", poco in carattere con le operazioni di guerriglia. Hai intenzione di cambiare completamente stile?
    Grazie della risposta... e ti preciso che sulla guerrilla marketing (o non marketing) ho anch'io letto da poco un po' di casi sia italiani sia non... ma l'unica cosa certa è che so di non sapere...tutto quello che occorrererebbe. Infatti chiedo
    Dici che abbiamo un sito "perbenino" e mi viene un dubbio: ma la guerrilla marketing deve per forza essere una forma di "protesta"? Non si può studiarne le tecniche comunicative (ogni azione è comunicazione, sia essa codificata o spontanea, no?) e poi cercare di capirne la valenza e l'applicabilità in altri contesti? Ad esempio per l'e-commerce enogastronomico? Dove in realtà mi pare che molto resti da fare, se non altro perchè migliaia di produttori che con passione e coraggio portano avanti le proprie piccole aziende con prodotti di qualità difficilmente investono in un mezzo che potrebbe dare loro grande visibilità e soddisfazioni. Oppure, penso ai gruppi d'acquisto solidali, dove il concetto "biologico+solidale+non globalizzato" potrebbe sposarsi anche con queste tecniche di comunicazioe...

    Ma ovviamente le mie sono solo riflessioni ad alta voce, dunque.... grazie per le risposte date (pure quella di Treccani che forse ci ha voluto regalare un "up"...) e... continuiamo a studiare/cercare di capire.
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  7. #7

    Ecco, vedi? Appunto!

    Da qualche tempo ho notato che Treccani si segnala per l'aggressività dei suoi interventi in cui trancia giudizi categorici e pieni di livore. Chissà in quanti si sono chiesti "ma chi è questo?" e sono andati a vedere il suo profilo, gli interventi precedenti e magari i suoi siti.
    Io perlomeno l'ho fatto.
    Che sia un'operazione di guerrilla marketing?
    Però sono convinta che lui a ringhiare ci si diverte anche.

    (ringhia come tre...cani)

    VVoVe:

    (adesso che l'ho detto mi sbrana!)
    (ma io in questo thread non ci entro più così mi evito gli insulti: )
    Umanesimo informatico, perché il medium non prevalga sul messaggio

  8. #8

    Re: Ecco, vedi? Appunto!

    Originariamente inviato da bettacam
    Che sia un'operazione di guerrilla marketing?
    Possibile, l'ho pensato anch'io, anche se poi involontariamente mi ha fatto un piacere
    Del resto, e prendo da un sito di gente che applica questa tecnica per lavoro..., tra le tecniche operative della guerrilla marketing online vi sarebbe il "Buzz Marketing", ossia "l'inseminazione virale on-line mediante utenti fittizi, con posting tattici in community, newsgroup, mailing-list" oppure con "interventi e presenza in chat tematiche e generaliste"... insomma, volendo... il nostro amico l'ha appena fatta, volontariamente o meno. Avrà funzionato per lui e per noi? Mah...
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