Ciao a tutti. La fine di agosto mi pare l'ideale per tirare un poco il fiato e prepararsi alla ripresa a pieno ritmo che verrà con settembre. Ne approfitto per lanciare una domanda: secondo voi ha senso (e se sì quali possono essere i parametri in termini di costi, redemption o altro, per misurarne efficacia ed efficienza) pensare ad un'azione di guerrilla marketing per un sito enogastromomico come quello nostro in firma?
E più in generale le azioni di guerrilla marketing, dallo stickering alla creazione di falsi eventi, fino alla creazione di gruppi di utenti che discutano online su chat, forum e newsgroup del sito o dei prodotti tramite esso veicolati (dagli articoli della sezione redazionale siano ai singoli prodotti del catalogo online) possono essere sensate e, da un punto di vista del rapporto costi/ricavi, sostenibili per un progetto online (non necessariamente il nostro, se qualcuno ha degli esempi concreti che servano per valutarne l'efficacia... ben venga)?
Ci stiamo pensando da un po', notando che la platea di navigatori cresce anche in Italia (se ho letto bene ormai siamo sopra i 18 milioni di utenti regolari) e con essa lentamente il numero di acquirenti online anche per il settore enogastronomico (che pure ha tutta una serie di problemi "logistici" e di "esperienza sensoriale" rispetto alla vendita, che so, di mp3 o di componenti hardware per computer...).
Sono gradite riflessioni ad alta voce... grazie