Sono qua, davanti al computer, a divorare informazioni.
Ma improvvisamente mi balza in testa il racconto della mia amica di oggi sul
Messenger.
Mi scriveva che stavano sparando sotto casa sua.
Lei me lo aveva previsto, qualche giorno fa. Mi diceva che il suo quartiere,
Barra di Napoli, fra un po' avrebbe vissuto giorni difficili; perché erano
usciti "i vecchi" con l'indulto; e che prevedeva un'ennesima lotta per il
riacquisto del controllo del territorio.
E oggi è successo così.
Mi scriveva, oggi pomeriggio, che stavano sparando contro una saracinesca di
metallo; e di aver tremato odendo dalla sua finestra quel suono secco di
pistole.
Poi mi ha confidato che la sorella è stata licenziata dalla sua azienda; e
che sono stati licenziati tutti gli altri pure, in tronco, perché il
titolare era stato intimidato e minacciato di morte per la propria famiglia.
Era terrorizzata.
Anch'io lo sono adesso. Non fosse già che per aver soltanto scritto.
Credo che qui da noi lo siamo un po' tutti; poi di fronte ai suoni secchi di
una pistola.
E credo sia così, un po' per tutti; perché qui da noi le Forze dell'ordine
non hanno un gran credito; se non altro, non riscuotono il successo di
pubblico dell'Uomo Ragno a New York.
La camorra, Beppe, è una scelta di vita, una logica, una filosofia; è una
micro-società organizzata che si fonda sui suoi princìpi. Ed essendo un
movimento ideologico ispirato, dovrebbe essere naturale che per contrastarlo
ci debba essere bisogno di un movimento opposto e contrario. In pratica, per
combattere mafia e camorra, un corollario dice che non ci si può servire di
mafiosi o di camorristi.
Il profilo medio di un poliziotto napoletano che puoi incontrare nelle
strade della città, caro Beppe, è di un impiegato statale in divisa che ha
superato un concorso (il più delle volte pagando dubbie "quote di
partecipazione", come per qualsiasi altro concorso statale) rispondendo a
domande del tipo "che cosa sono i mitili?"; livello culturale medio basso e
residenza nelle zone più depresse della città, dove spesso si odono anche
rumori di bossoli che bucano una saracinesca di metallo. In più (ed è un
dettaglio tutt'altro che irrilevante) possiede una pistola, come quelle i
cui proiettili suonano secchi contro la lamiera di una saracinesca. Fino ad
ora mai nessuno mi ha mai, nemmeno per ischerzo, dato del cocainomane perché
è così evidente che non lo sia; ma qui, dalle nostre parti, sento dire in
giro che alcuni addirittura poliziotti tirano della cocaina! Se fosse falso,
sarebbe un'illazione surreale. Ma se fosse vero, sarebbe una tragedia.
Allora io mi domando ancora: c'è qualcosa che non funziona se qui da noi la
gente non si rivolge più alla Polizia o ai Carabinieri perché non è proprio
convinta dell'onestà intellettuale dei suoi agenti?
Vero è che a Napoli, a Bologna e a Milano si possono trovare le più graziose
puttane in tutta Italia; ma spesso le ho viste ferme a scambiare quattro
simpatiche chiacchiere sotto allo sfavillio di un lampeggiatore blu. E
sempre a Napoli Bologna e Milano, è ormai possibile trovare della coca e
dell'eroina ogni volta negli stessi posti, credo, dal momento che non manca
mai e la città è più o meno sempre quella. Non sto facendo rivelazioni, è
sotto l'occhio di tutti.
Se la rivoluzione deve provenire dal basso, lo Stato mi deve garantire la
mia rivoluzione dal basso.
Altrimenti mi nascondo dietro ad un account di fantasia e chiudo la
finestra, perché questo cazzo di lavoro, questa cazzo di donna, questa cazzo
di vita e questa mia dignità del cazzo me li sono sudati. Ed ho sperato
tutta una vita di vivere ancora per potermi godere un po' di non so nemmeno
cosa. E non ho scelto di fare il poliziotto ma ho rispettato ugualmente i
miei impegni; ed ho fatto scelte ispirate.
Non guardo la TV da almeno sei anni; non so se hanno detto qualcosa al
telegiornale. Oggi ho lavorato fino a tardi e non ho letto ancora i
notiziari né ho guardato i videogiornali sul web. Spero di non leggere
l'irreparabile, domattina.