Don Verzé Staccai la spina per lasciar morire un amico Il fondatore del San Raffaele: «Era cattolico, me lo chiese lui. Così non è eutanasia ma un atto d'amore, un gesto cristiano»
MILANO — «Ricordo un amico, un medico, ci conoscevamo da anni. Lo abbiamo curato perfino con esasperazione perché non lo volevamo perdere. Stava attaccato a un respiratore artificiale, altrimenti sarebbe morto, era la metà degli anni Settanta e già allora la tecnica dava queste possibilità. Parlavamo ogni giorno e una volta, lo sguardo fermo, mi ha detto: io non posso più vivere senza questo respiratore, perciò ti prego, staccami».
Un'immagine di Don Verzé (Ansa)
E lei, don Verzé, cosa fece?
«Era molto presto, le sette del mattino. Piangendo dal cuore dissi: staccatelo»
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