Gli amici.
I miei amici veri (purtroppo o per fortuna) non sono vagabondi o abbaialuna;
per fortuna o purtroppo ci tengono alla faccia: quasi nessuno batte o fa il magnaccia.
Non son razza padrona, non sono gente arcigna, siamo volgari come la gramigna;
non so se è pregio o colpa esser fatti così: c'è gente che è di casa in serie B.
Contandoli uno a uno non son certo parecchi, son come i denti in bocca a certi vecchi;
ma proprio perché pochi son buoni fino in fondo e sempre pronti a masticare il mondo.
Non siam razza d'artista, né maschere da gogna, e chi fa il giornalista si vergogna;
non che il fatto c'importi: chi non ha in qualche posto un peccato o un cadavere nascosto?
Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione è invecchiar bene, anzi, direi: benone!
Per quello che ci basta non c'è da andar lontano e abbiamo fisso in testa un nostro piano:
se e quando moriremo (ma la cosa è insicura) avremo un paradiso su misura,
in tutto somigliante al solito locale, ma il bere non si paga e non fa male.
E ci andremo di forza, senza pagare il fio di coniugare troppo spesso in Dio:
non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui, ma a questo mondo ci ha schiaffato Lui.
E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi (cosa che a questo mondo han fatto in pochi).
Voglio veder chi sceglie con tanti pretendenti tra santi tristi e noi più divertenti;
veder chi è assunto in cielo pur con mille ragioni, fra noi e la massa dei rompicoglioni.
Francesco Guccini.