L'occasione sprecata
Roberto Rrobe Recchioni
Chiude i battenti "Mickey Mouse Mistery Magazine", un'opera interessante dall'elevata qualità artistica. Peccato.
"Mickey Mouse Mistery Magazine" ha da poco terminato la sua corsa editoriale.
E’ un peccato.
E’ un peccato perché l’idea era coraggiosa, le storie ben scritte e ben disegnate, e perché la chiusura è arrivata dopo una serie di voci a proposito di “pressioni” esterne da parte della Direzione di Disney Europe che avrebbero limitato pesantemente la libertà di campo degli autori sminuendo il valore potenziale della rivista.
Perché “potenziale”?
Perché è evidente che qualcosa su MM è andato storto sin dal principio.
La serie è partita in una certa maniera decisamente avvincente e innovativa:
Topolino incastrato in una città ostile e minacciosa, con il fiato di una polizia brutale (altro che Basettoni e Manetta) sul collo e un mucchio di guai che non gli danno tregua.
Interessante non trovate?
Se non fosse che, dopo appena un paio di numeri, ecco spuntare una paginetta conclusiva in cui gli autori vorrebbero farci intendere che si tratta solamente di un film cui Topolino sta assistendo nel buio di una sala cinematografica.
Strano non vi sembra?
E ancora più strano è il fatto che dopo un’altra manciata di numeri, quella paginetta conclusiva, scompare magicamente, ridando “credibilità” a tutta la vicenda e concludendola sbrigativamente.
Le uniche ipotesi che possiamo fare, è che qualcuno abbia cercato di spostare di qualche centimetro i ferrei limiti narrativi che la casa editrice del topastro ha imposto e che sia finito schiacciato dal sistema di difesa.
Il principale sospetto è, ovviamente, il pluripremiato (e pluricitato) sceneggiatore di MM, Tito Faraci.
Tito Faraci, nato a Gallarate nel 1965, non è nuovo a questo genere di crimini contro l’ordine costituito (ricordate la miniserie nella serie di Angus Tale, apparsa in appendice a "PK Magazine"?), e MM è solo l’evoluzione (ma si è rivelata un’involuzione) di un lavoro iniziato sulle pagine del settimanale "Topolino" con una serie di storie incentrate sul Distretto di Polizia di Topolinia e sul rapporto tra Topolino e Gambadilegno, storie che potete trovare raccolte nello splendido volume dell’Einaudi, “Topolino Noir”.
In questa antologia non solo sono gia presenti tutti i concetti che hanno dato origine a MM, ma molti di essi trovano un’espressione più completa e scevra da compromessi, con storie complesse, articolate e ricche di sfumature psicologiche nel trattare i personaggi.
Sfumature psicologiche? In una storia di topi?
Esattamente.
Come definireste una storia in cui Topolino esplora il suo legame con Gambadilegno mentre tenta di andarlo a salvare da un carcere sudamericano dove è detenuto per una falsa accusa? O una storia in cui i due si lanciano nel recupero dello Steamboat Willie, il vaporetto che è stato teatro della loro prima battaglia, e nel contempo scoprono il dualismo dei loro ruoli e l’indissolubilità del loro legame? O l’approfondimento sull’ispettore Manetta e sul distretto di polizia di Topolinia, che evoca con forza certe suggestioni tipiche di Ed McBain e del suo 87° Distretto?
Il lavoro operato da Faraci nelle storie qui raccolte, evoca quello di altri grandi nomi della narrativa per immagini e non, da Alan Moore a Romano Scarpa, da Frank Capra a Raymond Chandler e sorprendentemente non sfigura nel confronto.
Inutile poi stare a parlare dei disegni che accompagno queste avventure, basti elencare i nomi presenti in questo Topolino Noir (Cavazzano, DeVita, Mastantuono, Celoni, Ziche, Scarpa) per rendersi conto dell’incredibile livello di qualità.
In apertura abbiamo parlato della chiusura di "Mickey Mouse Mistery Magazine" affermando che era un peccato, tuttavia la cosa realmente triste è che sulle pagine di MM gli stessi autori coinvolti nella realizzazione delle storie presentate dall’Einaudi in Topolino Noir, non abbiano avuto un grado di libertà creativa sufficiente per ripetersi.