c'è qualcuno di Ascoli che mi conferma questa storia?
grazie in anticipo
La “scalinata della vergogna” sulla prima pagina della Bild
Dallo sdegno degli ascolani alle pagine del più letto quotidiano tedesco.
La sorte delle lapidi dei soldati della Wehrmacht caduti ad Ascoli divenute parte della scalinata che porta al parco della Rimembranza inidigna l’opinione pubblica tedesca. “Gli italiani hanno costruito una scalinata con le lapidi dei soldati tedeschi” titolava a tutta pagina sdegnato il quotidiano Bild. E come dare torto a tanto risentimento? Il quotidiano popolare che con 12 milioni di lettori è il giornale tedesco più diffuso, ha pubblicato inoltre due grandi foto che mostrano, la prima, un giovane mentre scende per la scalinata in questione, e l’altra le immagini ravvicinate di due blocchi di marmo, i gradini incriminati, appunto, sui quali si leggono a chiare lettere i nomi di sue soldati tedeschi caduti in guerra. Otto e Hans, dimenticati in Italia, ma non in patria. “La scalinata della vergogna” è stata ribattezzata quella che invece porta ad un parco con un nome che parla di memoria e storia. Il giornale tedesco ha poi riportato le testimonianze dell’Associazione tedesca dei caduti in guerra: “Il fatto che la gente calpesti i nomi dei soldati caduti dimostra una mancanza di rispetto per i morti”, ha detto alla Bild fritz Kirchmeier, presidente dell’Associazione. Sempre la Bild Auspica alla realizzazione entro la fine dell’anno, come a suo tempo promesso dal sindaco Piero Celani, di un monumento con le pietre tombali dei soldati. tuttavia il sindaco, recentemente interrogato dal Carlino sulla questione, non ha spiegato perché quelle lapidi si trovassero ancora lì. Lo scorso agosto, infatti, un gruppo di giovani di forza Nuova aveva occupato pacificamente l’ufficio del sindaco per protestare contro tale scempio e lo stesso Celani, allora, aveva assicurato che le lapidi sarebbero state trasportate in un luogo più consono entro il 2 novembre. Ma a tutt’oggi niente è stato fatto per ridare dignità alla memoria dei proprietari di quelle tombe. Ancora la città passeggia ignara calpestando la memoria dei morti. Morti da nemici, sì, ma pur sempre uomini e come tali degni di rispetto. Un rispetto che a quanto pare gli amministratori di Ascoli hanno messo in secondo piano, tralasciando “per problemi interni agli uffici tecnici” come ha spiegato Piero Celani, la sistemazione delle lapidi, rovinate dal tempo e dalle intemperie. E ora questa distrazione rischia di scatenare una guerra diplomatica tra Ascoli e la Germania, giustamente offesa per il trattamento riservato ai suoi morti. Una battaglia che si potrebbe ripercuotere, se non si interverrà al più presto per sanare la situazione trovando una collocazione più idonea alle lastre di marmo, anche sull’economia picena: di sicuro, una scalinata fatta di lapidi, non è bella pubblicità per una città che si vuole aprire al turismo internazionale.
I tempi lunghi del rispetto che non c’è.
Il caso. Tappe della vicenda.
Quanto tempo ancora dovranno attendere Otto e Hans per vedere la loro ultima dimora temporale degna di rispetto? Dopo cinquant’anni quanti passi dovranno ancora calpestare la storia? Una vergogna ascolana nascosta tra le pieghe del tempo, che solo grazie all’incuria in cui è tenuta la scalinata che porta al colle dell’Annunziata è stata scoperta. Era l’agosto scorso. Due turisti tedeschi (per l’appunto!) che stavano visitando la città, si trovarono casualmente a passeggiare su alcune lapidi di loro connazionali, militari della Wehrmacht, precisamente della divisione corazzata “Hermann Goering”.
Le lapidi, rese visibili a causa della pavimentazione sconnessa, erano state utilizzate negli anni ‘50 per costruire la scalinata che porta al parco della Rimembranza. Scioccati dalla scoperta, i turisti informarono subito l’Arengo. Dopo un sopralluogo il sindaco Celano constatò la raccapricciante evidenza. Quei gradini erano davvero lapidi.
La mobilitazione della stampa e di Forza Nuova, che addirittura si barricò nell’ufficio di Celani per sollecitare ad un intervento, portarono come risultato una promessa: quelle lapidi sarebbero state sistemate entro il 2 novembre. Ma così non è stato. E ora l’ultima tappa di questa infelice vicenda: una pagina di bild che addita gli italiani, e in particolare gli ascolani, come degli incivili. Speriamo che, se non la coscienza morale, almeno il parere dell’opinione pubblica internazionale possa servire a far riflettere gli amministratori piceni sull’importanza di spostare quelle lapidi.
Ci si potrebbe chiedere il perché di tanta insistenza sulla questione: alla fine, si tratta di pietre. Ma sono pietre che hanno un peso particolare, il peso della storia. Una storia dimenticata, calpestata e abbandonata con superficialità.