BAIDOA (Somalia) – I delitti sono gravissimi: genocidio, crimini contro l’umanità, sterminio. Così Padre Athanase Seromba un sacerdote cattolico ruandese, è stato condannato a 15 anni di reclusione dal tribunale penale internazionale di Arusha.
La sostituto procuratore del tribunale, l’italiana Silvana Arbia, aveva chiesto l’ergastolo. «La pena inflitta è ridicola», ha commentato ieri con il Corriere e ha preannunziato appello. La colpa più grave: aver attirato almeno 2000 tutsi nella sua cattedrale con il pretesto che li avrebbe salvati dai massacri organizzati dalle bande omicide hutu.
Poi, mentre loro pregavano, ha chiuso a chiave le porte della chiesa, ha ordinato all’autista di un bulldozer di abbattere l’edificio mentre gli assassini sparavano e lanciavano granate dalle finestre. Seromba era poi scappato e con la copertura di amici preti e delle gerarchie vaticane si era rifugiato a Prato, aveva cambiato nome (padre Anastasio Sumbabura) e continuava a officiare messa come se nulla fosse accaduto.
Era stato riconosciuto e denunciato, ma l’allora procuratrice del Tribunale dell’Onu, Carla del Ponte aveva avuto difficoltà a ottenere l’estradizione. Aveva accusato il Vaticano di esercitare pressioni sul governo italiano per evitare che prendesse una decisione in proposito. Alla fine il sacerdote era stato consegnato alle autorità del tribunale.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/E..._seromba.shtml
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