“The Prestige” è un film che narra l’incontro-scontro di due abili e ambiziosi illusionisti nella Londra vittoriana di fine ‘800, ottimamente ricostruita nelle scenografie e nei costumi, avvalendosi di un cast di tutto rispetto (Michael Caine, Scarlett Johansson, Christian Bale, Hugh Jackman, David Bowie), e con la regia di Christopher Nolan, del quale si ricordano “Memento” e “Batman begins”.
Per essere un film di puro intrattenimento senza pretese intellettuali, “The Prestige” si caratterizza per alcuni motivi che vanno oltre il puro divertissement fine a se stesso.
Anzitutto è degna di nota la fedele ricostruzione del periodo in cui nei teatri londinesi la gente impazziva per gli spettacoli di abilità, illusionismo, magia e ipnotismo. Lo stesso periodo in cui Conan Doyle ambientava i racconti di Sherlock Holmes, in cui Jack lo Squartatore compiva i suoi efferati delitti, in cui John Merrick, l’uomo elefante, veniva esibito come molti altri disgraziati in circhi improvvisati. Periodo straordinario raccontato in tanti altri film, periodo in cui al successo della scienza e della tecnica ritenute capaci di ogni meraviglia e di ogni progresso possibile, si affiancava una spasmodica ricerca del fantastico, del soprannaturale, dell’occulto e dell’orrido….
Degna di nota la citazione di Nicola Tesla, scienziato i cui studi sull’elettricità si collocavano al confine della scienza conosciuta, e che nel racconto occupa un ruolo significativo.
Interessante l’analisi dell’ossessione umana, portata nel film agli estremi limiti rappresentati dalla continua smania dei due illusionisti di stupire il pubblico con nuovi trucchi.
Ma soprattutto ciò che emerge dallo schermo è una meravigliosa metafora di quello splendido giocattolo illusorio che è il cinema. Mentre Michael Caine spiega quelli che sono i momenti per creare l’illusione, mentre vediamo il pubblico stupefatto a bocca aperta per ciò che vede sul palco, noi spettatori in sala siamo vittima del medesimo meccanismo illusorio che ci fa credere che quel film che stiamo vedendo possa essere vero , e seguiamo gli sviluppi di quella storia intricata come seguiremmo le mosse di un mago sul palcoscenico convinti di scoprire qualcosa che in realtà non riusciremo mai a vedere. E’ forse l’abilità con cui Nolan costruisce questa sorta di meta-film che eleva questo prodotto nella fascia alta del cinema di intrattenimento.
Il risultato complessivo è senz’altro divertente, e con un finale in crescente tensione, da non rivelare assolutamente.
Nolan dai suoi film precedenti ha preso una parte delle atmosfere gotiche di “Batman” e (purtroppo) la frammentazione scenica e temporale di “Memento” . Dico purtroppo perché a mio avviso una maggiore fluidità nella trama, senza troppo sovrapporre la cronologia degli eventi e usando meno i flashback, probabilmente non avrebbe tolto nulla alla pellicola che chiede forse una attenzione allo spettatore non abituale per il genere di film. Ma può essere che nella corsa all’illusione migliore, il regista abbia un po’ illuso anche se stesso.
Globale ***1/2