Tre giorni.
Il primo quadrimestre se ne sta per andare, io rimango.
Sono tre giorni in cui non vedrò la luce del pomeriggio, ma non é questo.
E' il rimbombo dei corridoi vuoti, risuona un po' dentro con l'eco di urla goliardiche ed anonime lungo i corridoi, le porte chiuse. Ma chi é poi, che urlerà sempre?
La prof di storia come al solito mi fa uscire durante le sue lezioni per svolgere un po' di lavoretti riguardanti progetti extrascolastici, come la gazzetta di modena, la giornata della memoria, così via. Immancabilmente mi ritrovo a girare per corridoi disabitati, rossi e bianchi. C'é un silenzio ed una solitudine spettrale, pensando al casino che c'é ogni ricreazione. Come trattenga tutta questa torma non l'ho ancora capito.
Esco dalla classe, quella é la porta dell'ex 5^C, quella con cui usciamo. Lì ci ritrovavamo l'anno scorso, dopo la gita, ed é lì che i fighetti si erano riuniti per suonarle a Casagrande, ed io ero dietro di lui
poi ci sono le varie classi a scendere, la cattedra delle bidelle, un tempo piena di gessi e riviste, ora solo riviste dato che la scuola ha pochi soldi.
Il bagno delle ragazze, luogo di pianti, delle delusioni d'amore, scolastiche. L'anno scorso avevo fatto lo scherzo alla prof Chisu, facendole credere che mia sorella fosse incinta, quando invece piangeva per un voto comunque buono, ma non per lei.
Angolo retto, giriamo a destra, i nuovi container pieni di studenti costeggiano la scuola. Li ho fotografati, e sono andati sulla gazzetta. Il bar, ogni anno aumenta i prezzi di cinquanta centesimi, quei bastardi. La biblioteca, ora sala insegnanti. La bidelleria, luogo mitico e desolante.
Giriamo a sinistra, il cesso delle bidelle! Dove avevo messo con Maurizio, il bidello sordomuto, il motorino di mia sorella quando avevano provato a scassinarlo. E lì di fianco? La redazion dello 00willy. Al muro ci sono copertine di mia sorella, foto di persone che ho intravisto, un foglio con su scritto "QUESTO QUI FUNZIONA!" firmato da me, un mio compagno e il mio prof di mate: madonna quante bestemmie su quella xerox sgangherata! Però era da sputtanarsi
gli eroi della redazione.
Saliamo sulle scale, il pezzo di pompa antincendio che ho fottuto, poi più avanti i portabandiere vuoti, una volta c'erano le bandiere di Torino 2006, fottute anche quelle
Lungo il corridoio tutte le stanze, un tempo laboratori, ore tutte classi di prima: ma sti primini, da dove escono? Diamine, e poi parlano di calo delle natalità!
Ancora scale, lì c'era la nostra classe in prima... era faticosissimo ogni giorno! E poi le corse per arrivare primi al bar, ormai ci si ammazzava! L'aula computer, l'ascensore, santo cielo, l'ascensore! Poi la stanza del C.i.c, ma chi ci sarà mai andato? Le varie classi, il distributore!
E quando era impazzito il distributore e dava bibite gratis? C'era un'aria di decerebrata festa in giro quel giorno
e il casino perpetrato, e l'aria di festa e i mega festeggiamenti nell'atrio con la roba da mangiare, e le ore passate in redazione fino a tardi.
Lo spirito di rivalsa, le lotte coi prof.
Non é ancora finita, certo. Però ieri in redazione ho preso un pennarello blu, e sul soffitto, proprio sopra la stampante, ho fatto il mio simbolo. Contemporaneamente é entrata mia sorella: se entrava un'altra persona ero fottuto
Da una tristezza immensa sapere che una volta usciti, tutto questo non ci sarà. Certo, ci sarà dentro di noi, ma l'anno prossimo andranno in pensione la prof di disegno, quella di storia, ovvero la fondatrice dello 00willy, e probabilmente andrà in pensione anche questo giornale. Acclamato e schifato.
Per quei pezzi di carta ci abbiamo dato ore, sudore, voti meno buoni di quelli che potevamo prendere realmente stando a casa a studiare. Ci credevamo, poi abbiamo smesso dopo la censura, la tirannide giornalistica della prof stessa. Però era bello, anche se spesso ci accapigliavamo, sapere di lavorare per la stessa cosa. Vedevi uscire lentamente fogli su fogli, c'era la tua firma.
Era un sottile gusto.
Partiva dal petto e finiva nel sorriso.
Fra tre giorni finisce il penultimo quadrimestre della mia vita. Seguiranno trimestri, giornate pesantissime, orari impossibili, tutte cose anche più impegnative. Ma non saranno mai più come quadrimestri. Stiamo scollinando, certamente. Però scolliniamo in salita, c'é l'esame.
E fra sei, sette mesi, quando usciremo di qui, e ci ritroveremo senza entrare.
Bei ricordi, non c'é che dire.