Ci siamo conosciuti in chat. E' tanto tempo che questa corrispondenza va avanti, sembra tutto così reale, non lo chiamerei "virtuale" come tutti lo definiscono. Io so di lei molto più di quanto abbia mai saputo di ogni mia ex, io conosco le sue paure, i suoi sogni, le sue debolezze. So di lei più di quanto molti sapranno mai del proprio coniuge. All'inizio c'era dell'imbarazzo, forse era più paura di poter deludere l'altro, ma con il tempo il sentimento è diventato tanto forte da spazzare via ogni timore. "Ti amo per quello che sei, non mi importa come sei fatta".
La svolta.
"Sono pronta ora, voglio incontrarti". Prima o poi sarebbe dovuto succedere. Questo monitor non può soddisfare la nostra voglia di vivere anima e corpo questo rapporto. Come al solito è lei ad avere il coraggio di fare il primo passo.
Va bene, accetto. Dico.
L'appuntamento è a teatro, ha scelto giorno e spettacolo: "Ti mando il biglietto, sarà più facile trovarsi e riconoscersi".
Il biglietto è arrivato e con lui la tensione. Sarò abbastanza per lei? Sarò come crede che io sia?
Parcheggio lentamente, temporeggio.
Sono emozionato. Le mani fredde e sudate me lo confermano. Sto andando da lei. Quella che è stata la protagonista dei miei pensieri da un anno a questa parte. Quella che non ho mai visto, ma che mi ha fatto innamorare.
Entro.
Esibisco il biglietto, lo spettacolo inizierà tra più di mezz'ora.
Come prevedibile, sono in largo anticipo.
Sudo.
Salgo le scale e mi dirigo verso una lettera e un numero, fila G poltrona 14.
"Io avrò quello di fianco" aveva inutilmente puntualizzato.
Il teatro è quasi vuoto, guardo le poltrone alla mia sinistra e scorgo una sola figura.
Tremo.
Mi avvicino e lei è lì, incurante della mia presenza.
La sua figura diventa sempre più nitida, mi manca il fiato.
E' bellissima. I capelli neri e setosi incorniciano il viso perfetto. I lineamenti regolari e la pelle liscia e pulita ricordano le fattezze di una bambolina di porcellana. La postura è elegante, lo sguardo sognante. La generosa, ma non per questo volgare scollatura, lascia intravedere i seni piccoli, ma sodi e ben modellati. La gonna corta non chiede di immaginare le gambe perfette che terminano in due caviglie fine messe in risalto da raffinate decoltè nere.
Deglutisco a fatica e mi avvicino.
Guardo nuovamente il suo profilo.
Guardo le poltrone.
Guardo il mio biglietto.
Ho il cuore in gola, ripeto il rituale.
Profilo-poltrone-biglietto.
Poltrone.
Biglietto.
Poltrone...
...Fila B...Vaffanculo.