Cari ragazzi,
vi scrivo ancora di problemi legati alla ricerca del lavoro.
Che palle, eh?
Non ho però intenzione di parlare di me, se non in maniera indiretta: vorrei chiedere consiglio sulla situazione della mia morosa.
Parto da una considerazione: lei è una che naviga poco in internet, e questo la frega.
Navigando si possono reperire informazioni, il che è un buon 80% della ricerca del lavoro.
Infatti la differenza tra un disoccupato ed un occupato la fa spesso una singola informazione.
Le informazioni a cui mi riferisco sono relative alle aziende, ai database delle agenzie web, alle possibilità di ulteriore formazione e soprattutto al contatto (virtuale) con le persone.
In giro per la rete si chiacchera con tanta gente che dentro le aziende ci lavora, sa di cosa si parla, sa come ci si presenta, come si deve fare un colloquio.
Qui dentro ho letto un mucchio di consigli giusti, in questi giorni.
I consigli giusti sono merce rara.
Si anche sentono tantissime voci, che non sono casino ma spunti di discussione.
Meglio di un centro per l'impiego, io ne sono convinto.
La ragazza non si muove neanche tanto sul profilo delle conoscenze.
Per intenderci: non fa la telefonatina al conoscente che lavora nel settore per chiedergli che fa di bello, che c'è in giro di interessante, ecc. .
Quindi chiedo io per lei, e non le dico niente.
E' laureata in Psicologia del Lavoro con 110/110, diploma magistrale.
Tirocino post-laurea in centro per l'impiego (esperienza che le è molto piaciuta ma ambiente in cui non si entra, in sostanza) e società privata.
Poi esperienza in agenzia interinale: si è presa male con una collega ed al termine del periodo di stage è finita lì.
"Da adesso non mi interessa che lavoro faccio, va bene uno qualsiasi".
-> Impiegata presso una società con mansioni amministrative: stipendio buono, lavoro buono, lasciata a casa a termine periodo per (dichiarate) ragioni di convenienza economica nell'assumere un'altra. Infatti lei era la n-esima.
Quando si fa una cosa per cui non si è studiato la professionalità e bassa e sei facilmente sostituibile.
Le viene in mente che vuole insegnare.
In una scuola per l'infanzia.
Fa supplenze e le piace molto, ma per insegnare in una scuola per l'infanzia serve la laurea in Scienze della Formazione.
Senza non si insegna.
Siamo ad oggi.
A Settembre ha l'esame per iniziare la suddetta facoltà, facendosi passare qualche esame doverebbe cavarsela in 3 anni ed essere sostanzialmente certa, poi, di avere un posto di ruolo in termini brevi.
Il punto è che l'esame è un test d'ingresso. 300 posti.
Prima mi chiama agitata dicendo che le è venuto in mente che se per caso non passa si ritrova che non sa che fare.
Il suo programma era quello di fare supplenze fino all'estate, studiare In Luglio e Agosto (niko si spera che trovi un lavoro e guadagni, nel frattempo, altrimenti i soldi per la pizza se li deve far dare dai suoi...) e fare l'esame a Settembre.
Poi studiare facendo supplenze.
Laurearsi, avere il posto, fare un figlio, invecchiare, morire.
I miei consigli:
-Valuta la possibilità di sostenere la prova anche in altre università.
-Valuta la possibilità di fare domanda anche presso asili privati, tipo parrocchiali, dove (credo) si possa insegnare anche senza laurea in Scienze della Formazione.
Ma soprattutto:
-Sei sicura che con la tua laurea non trovi nulla che ti piaccia? Esistono solo le agenzie interinali?
-Non è che forse è il caso di specializzarsi ulteriormente in qualcosa che ti interessa nell'ambito della laurea che già hai? Magari facendo un master, piuttosto che prendere una seconda laurea.
-Chiama TUTTI i tuoi ex colleghi e chiedi che fanno, se si muove qualcosa, se ci sono corsi od altro che siano interessanti.
I suoi genitori sono molto sereni nel pensare di pagarle gli studi per altri anni, io sono molto sereno nel pensare che per questi anni in cui io lavorerò e lei studierà potrò risparmiare come una piccola formichina operosa e comprarmi un Suzuki Gsx-r 1000 k6 che mi viene su anche di quinta.
Siamo tutti sereni, meno lei.
Io dico che se si informa bene sulle alternative arriva poi all'esame bella fresca, rilassata, preparata e calma. Poi se va bene, se non va chissenefrega.