Documentario on the road sulle orme del viaggio di ritorno, compiuto e narrato da Primo Levi ne La Tregua, dal campo di concentramento di Auschwitz alla sua Torino attraverso quasi tutta l'Europa dell'Est e parte di quella dell'Ovest durato quasi un anno. Un parallelo tra la tregua descritta da Levi fra le due guerre (quella mondiale e quella fredda) e la tregua in cui abbiamo vissuto dalla fine della guerra fredda fino all'inizio della "guerra" al terrorismo e un percorso tra la memoria dei fasti di un passato colossale a tutti i costi e la modernità che fatica ad avanzare.
Otto paesi in dieci mesi, il susseguirsi delle frontiere e delle stagioni così come le attraversarono i reduci italiani, accompagnati da brani dell'opera di Levi, da interviste ai grandi proganisti di quell'epoca dal regista polacco Andrzej Wajda allo scrittore italiano Mario Rigoni Stern (commovente il suo ricordo dell'amicizia con Levi e del dolore provato alla notizia del suicidio), da incontri con la gente comune e con i brandelli di un passato che si ricicla dove in nostalgica ottusità (un gioiello di comicità surreale la visita al kolkoz bielorusso) dove in business redditizio (tour dei luoghi simbolo in trabant in Polonia, parchi a tema in Ungheria).
Un film commovente e divertente, duro e poetico,... ovviamente sottovalutato dalla distribuzione e per questo di difficile reperibilità ma sennò che gusto c'è