(il sole 24ore)È legittimo esporre il crocifisso nelle aule giudiziarie, perchè non intacca la laicità dello Stato. Lo ha sostenuto il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, rispondendo al Question Time alla Camera a un'interrogazione di Maurizio Turco (Rosa nel Pugno). Turco ha di fatto chiesto che vengano tolti tutti i simboli religiosi dalla aule di tribunale. In subordine e come chiara provocazione, lo stesso deputato ha chiesto che nelle aule accanto al crocifisso venga affissa l'immagine della menorah, il candelabro a sette bracci della religione ebraica. Mastella ha premesso che l'esposizione del crocefisso, divenuta una consuetudine che rispecchia la cultura e i valori del nostro paese, ha avuto formale inizio con la circolare del Ministero di Grazia e Giustizia del 29 maggio del 1926. E ha ricordato che sulla presenza del crocifisso non solo nelle aule giudiziarie ma anche in quelle scolastiche e in altri edifici pubblici, c'é una giurisprudenza univoca che va dalla Cassazione al Csm. «Ciò premesso -ha osservato Mastella - ritengo che l'attuale quadro giurisprudenziale consensta, comunque, di considerare tuttora legittima l'esposizione del crocefisso nelle aule giudiziarie». E il concetto di laicità, ha sottolineato il Ministro, «non significa rinnegare o abbandonare le proprie radici storico-religiose» anche se una sentenza della Cassazione (n.439/2000 relativa ai seggi elettorali) é stata utilizzata in un vivace dibattito sul concetto di laicità. Mastella ha quindi citato una sentenza del Consiglio di Stato che ha definito il crocifisso (presente nelle aule scolastiche) «un simbolo idoneo ad esprimere l'elevato fondamento dei valori civili, che sono poi valori che delineano la laicità nell'attuale ordinamento dello Stato». Sentenza che il Ministro ha definito «francamente convincente», condividendone le motivazioni e sottolinenado che «la laicità dello Stato non è in alcun modo intaccata dall'esposizione del crocifisso». Per queste ragioni -ha concluso Mastella- ritengo che il crocifisso possa continuare ad essere esposto nelle nostre aule giudiziarie, quale alto simbolo della nostra tradizione e dei nostri valori civili e culturali, espressione di rispetto per l'altro, di amore per la persona e di profonda solidarietà umana».
Approvo.