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Discussione: [film] Inland Empire

  1. #1

    [film] Inland Empire

    Lasciamo fuori dalla sala il sottotitolo italiano, veramente fuorviante ("l'impero della mente").
    Io penso di aver capito questo film. O, per lo meno, mi sono fatto un'idea delle sensazioni che mi si sono agitate dentro durante la visione.
    E' vero che spesso la critica ufficiale si comporta in maniera pavida con i film di Lynch, e li capisco anche. Nessuno vuole sbilanciarsi, tengono il più possibile il piedi in tutte le scarpe che hanno a disposizione, per future stroncature o sperticate lodi.
    Io invece voglio sbilanciarmi completamente.
    Questo film di Lynch va nella stessa cartelletta di 8 e 1/2 di Fellini, innanzitutto. Ma lo scopo "lirico" è completamente diverso. O meglio, è completamente assente, in Lynch. Il lavoro di Fellini è ancora fruibile ai fini di una discussione, perché alla fine dei conti, scremato di tutta la visionarietà felliniana, ha un preciso scopo, dal titolo fino alla fine: vi racconto l'inettitudine di chi non riesce a fare film, dell'artista che si trova bloccato, del panico da "pellicola bianca".
    Il film di Lynch va oltre il metaracconto. E' animato dall'interesse artistico-scientifico-filosofico che può scaturire dalle domande: di che "materia" è fatto un film? come è fatto il mondo delle idee, quel magma primordiale dove si agitano i personaggi, i luoghi e le storie che compongono quello che vediamo? Cosa succede a questi personaggi, a queste idee, a queste storie prima e dopo che le abbiamo viste? Cosa pensano, cosa dicono, cosa vivono, le idee pure, quando sono in quel limbo nel quale "non sono" perché non c'è nessuno a fruirle?
    E sti cazzi, fateci un film voi, se siete capaci.
    Lynch ci è riuscito. Ha fatto un documentario scientifico-filosofico su questa pappetta ancestrale. Ci sono tutti i pesonaggi: il regista, gli attori, le scenografie, lo spettatore.
    Manca la critica, completamente, perché è assolutamente inutile, e giustamente Lynch la ignora. C'è un intreccio di intrecci. C'è lo scambio tra lo spettatore e l'opera d'arte, alla fine, opera d'arte impersonata dalla protagonista della stessa, che, anche grazie a un'interpretazione superba e impensabile (irracchiudibile) della Dern. Lo spettatore che torna alla sua vita e l'idea-film-opera d'arte, con tutto quello che si tira dietro, che torna nel suo mondo, che per la prima volta vediamo.
    E c'è da rimanere veramente stupiti.
    Non è un film per tutti. Se non vi siete mai chiesti "di che pasta è fatta un'idea?" evitatelo.
    La sala era piena, a inizio proiezione, ed era mezza vuota alla fine. E di quella metà, una buona metà sbuffava visibilmente, uscendo.
    Potrei scrivere un milione di altre righe, ma mi fermerò all'essenziale, a questo, perché c'è veramente da perdersi.
    La prima regola di Utonter è: non parlare di Utonter. La seconda regola: non si parla di Utonter - Ich habe eine schön bratwurst in mein leder hosen -... -.-. . -- --- / -.-. .... .. / .-.. . --. --. .

  2. #2
    Sembra mostruosamente noioso e complicato. Quindi andrò a vederlo appena possibile.

    Recensione appetitosa.
    Tu schiavo di Hedwig. Ora tu fa quello che dice Hedwig.

    If you're going to San Francisco be sure to wear some flowers in your hair.

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di figaro
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    Il primo errore che si compie dopo aver visto un film del Maestro, è quello di volerlo spiegare, di trovarne capo, svolgimento e coda. Lo spettatore medio (quello che va al cinema per assistere ad una storia per trovarne una morale) ne riesce puntualmente deluso. Lynch non considera l'opera filmica alla stregua del feulliton a cui ci ha abituati il mainstream televisiv-cinematografico.
    Lynch parte dalle sensazioni. Spesso il primo vagito di un suo film è nella culla dell'inaspettato. Molti protagonisti dei suoi lavori sono stati scelti in occasioni del tutto estemporanee, il fil rouge delle sceneggiature appartiene ai confini del dominio cognitivo. Nell'ambito della filmografia lynchana l'aspetto morale di un film è solo uno dei possibili rivoli che seguono la suggestione. Ecco perché le immagini e i suoni sono tanto importanti. Molto più dei dialoghi che sono solo il mezzo per assecondare un minimo lo spettatore.
    Francesco ha citato Fellini. Se si pensa ad un Kubrick, ad esempio, si noterà come utilizzava i suoni e le immagini per rendere quella che era la teoria sottesa al film: dalle immagini lisergiche dell'"Odissea", alle conseguenza socio-politiche di "Arancia Meccanica". Ecco, se c'era qualcuno che faceva splendidi film morali era Kubrick che voleva spiegare l'uomo, la società e la sua evoluzione. Ma Lynch no, Lynch non ha questa pretesa né è un obiettivo della sua opera.

  4. #4
    Come ha detto Lyn, le vostre impressioni fanno decisamente venir voglia di entrare in sala e misurarsi con quest'ultimo "esperimento" di Lynch. Dovrei vederlo lunedì.
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  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Non ho letto nulla di quanto avete scritto, per non farmi fuorviare...
    Ecco quanto ho raccolto dalla visione di ieri sera.
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    Inland Empire (tentativo di recensione)

    Credo sia semplicemente impossibile descrivere ciò che è passato sullo schermo nelle interminabili tre ore di questo film di David Lynch…
    Impossibile descriverlo quantomeno con le chiavi interpretative che sono alla nostra “umana” portata di spettatori, per quanto si possa essere appassionati di cinema con una qualche esperienza.
    Già era difficile dare senso compiuto al precedente “Mulholland drive” anche se uno spettatore attento poteva riuscire a individuare in quel film la separazione tra reale e onirico. Due piani narrativi precisi.
    Qui la faccenda si fa ancora più complessa perché i piani narrativi contemporanei in “Inland empire” sono almeno quattro, per quanto abbia potuto capire, e con sottovarianti.
    Il primo dei quattro è riferito al mondo reale e riguarda la realizzazione di un film la cui protagonista è interpretata dal’attrice Laura Dern. Il film è un remake di un film polacco degli anni ’30, mai terminato per la misteriosa scomparsa dei protagonisti.
    Il secondo è il film stesso durante la sua realizzazione, ovvero ciò che vediamo sullo schermo in quel momento non è il film di Lynch, ma scene del film che viene girato nel film…
    Il terzo è il film degli anni ’30, ( o scene della vita dei protagonisti di quel film) ambientato nella Polonia di quei tempi.
    Il quarto (credo totalmente onirico) riguarda una sorta di sit-com i cui interpreti sono giganteschi conigli antropomorfi, con tanto di risate registrate come nelle sit-com televisive. Le sottovarianti si riferiscono a una possibile vita propria che pare i personaggi di quei due film abbiano, e qui si sconfina evidentemente nell’onirico evocando i sogni o l’immaginazione degli attori dei due film che si protrae oltre le scene girate nei film stessi, in una sorta di proiezione del loro conscio (o inconscio) immedesimarsi nei personaggi che interpretano…
    Il tutto viene mescolato senza alcuna apparente connessione logica, e mi rendo conto che già usare la parola logica sa di grottesco in questo contesto.
    Lynch si concede l’uso di tutte le tecniche cinematografiche possibili per quanto riguarda inquadrature, obbiettivi, luci, sonoro, arrivando a generare punte di estrema inquietudine ai confini dell’horror puro (forse per tenere svegli gli allucinati spettatori ) .
    Non riesco a dargli un giudizio e non so neppure se quanto ho scritto possa ritenersi un’interpretazione verosimile di quanto ho visto.
    Paradossalmente ogni giudizio, dal pessimo al capolavoro, avrebbe le sue ragioni per essere formulato. E’ una gigantesca opera visionaria, questo sì.
    E forse nemmeno Lynch ha inteso dargli un senso. O forse il senso è tutto racchiuso in una delle immagini finali del film in cui Laura Helena Harring, la mora interprete di “Mulholland drive” appare e sorride a Laura Dern, interprete di questo film. Avete assistito a un film di Lynch, sembrano dire, e già questo è dire tutto.

    Sinceri auguri a chi avrà il coraggio di affrontarlo
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  6. #6
    Io penso che questo, un giorno, verrà considerato uno dei film più importanti nella storia mondiale del cinema.
    La prima regola di Utonter è: non parlare di Utonter. La seconda regola: non si parla di Utonter - Ich habe eine schön bratwurst in mein leder hosen -... -.-. . -- --- / -.-. .... .. / .-.. . --. --. .

  7. #7
    Certo, il film e' interessante...ma non eri di ciulata stasera?
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  8. #8
    Originariamente inviato da taddeus
    Certo, il film e' interessante...ma non eri di ciulata stasera?
    Fatto.
    La prima regola di Utonter è: non parlare di Utonter. La seconda regola: non si parla di Utonter - Ich habe eine schön bratwurst in mein leder hosen -... -.-. . -- --- / -.-. .... .. / .-.. . --. --. .

  9. #9
    Il consiglio che posso dare e' di entrare completamente nel mondo onirico del film. Vivrete un trip clamoroso.

  10. #10
    Io non riuscirò a vederlo sino a mercoledì
    http://www.7design.it/ - Realizzazione siti web, immagine coordinata, posizionamento

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