Supponiamo che si tratti del problema della costituzione dell'interno della terra.
Notoriamente, su questo argomento non sappiamo nulla di certo. Presumiamo che sia composto di metalli pesanti allo stato incandescente.
Mettiamo ora che qualcuno avanzi l'affermazione che l'interno della terra consista in acqua satura di anidride carbonica, ossia in una specie di acqua di Seltz. Diremo certamente che ciò è molto inverosimile, che contrasta con tutte le nostre aspettative, non tiene alcun conto di quei punti di riferimento scientifici che ci hanno condotti a formulare l'ipotesi del metallo. Ciò nondimeno non è inconcepibile; se qualcuno ci indica una via per provare l'ipotesi dell'acqua di Seltz, lo seguiremo senza resistenza.
Ma ecco che ne arriva un altro, il quale afferma gravemente che il nucleo terrestre è composto di marmellata! Di fronte a lui ci comporteremo molto diversamente. Diremo a noi stessi che la marmellata non è presente in natura, che è un prodotto della nostra cucina, che inoltre l'esistenza di questa materia presuppone la presenza di alberi e dei loro frutti, che non sapremmo come collocare vegetazione e culinaria nell'interno della terra. Il risultato di queste obiezioni intellettuali volgerà il nostro interesse in un'altra direzione: invece di intraprendere un'indagine per vedere se il nucleo terrestre sia realmente composto di marmellata, ci chiederemo che specie di uomo debba essere uno che può giungere a una simile idea, e al massimo gli chiederemo come faccia a saperlo. L'infelice ideatore della teoria della marmellata sarà profondamente offeso e ci accuserà di negargli una valutazione obiettiva della sua affermazione a causa di un presunto pregiudizio scientifico. Ma questo non gli servirà a nulla. Noi siamo convinti che i pregiudizi non sempre sono riprovevoli, che talvolta sono giustificati, opportuni, per risparmiarci inutile fatica; non sono infatti che deduzioni tratte per analogia con altri giudizi ben fondati.
(Sigmund Freud,
Introduzione alla Psicoanalisi, parte terza, Lezione 30: "Sogno e occultismo", 1935)