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  1. #1

    Condivisione Stampante Linux <-> Linux (no samba)

    Ciao a tutti!
    Ho aperto un nuovo topic perchè ne ho trovati molti che trattano della condivisione delle stampanti, ma tutti parlano delle condivisioni tra linux e windows.
    Io ho appena fatto passare un ufficio con 6 postazioni da windows a linux.
    Domani completerò l'ultima trance dei lavori e toglierò da grub il dual boot windows/linux.

    Fino ad ora ho condiviso la stampante con samba perchè alcune segretarie utilizzavano ancora windows per svolgere alcune mansioni mentre attendevano il mio arrivo per la dimostrazione dell'equivalente mansione su linux.

    Adesso windows in rete non c'è più.
    E' rimasto solo linux, quindi che me ne faccio di samba? Nulla, o sbaglio e dovrei tenerlo comunque?

    Ad ogni modo, come condivido una stampante linux to linux senza utilizzare samba?

    Come sempre grazie mille!

    Lungo le due rive del fiume gelato si stendeva la cupa e tetra foresta di abeti, dai quali il vento aveva appena spazzato il manto di brina. Nella luce crepuscolare quegli abeti neri e sinistri sembravano inclinarsi l'uno verso l'altro. Un silenzio minaccioso incombeva sul paesaggio, privo di qualsiasi segno di vita o di movimento, e desolato e freddo al punto da non poter ispirare che un solo sentimento: quello della più triste malinconia. E nello stesso tempo pareva che da quel paesaggio trapelasse una specie di riso, un riso ben più spaventoso di qualsiasi malinconia o tristezza, un riso tragico, come quello di una sfinge, un riso agghiacciante più della brina e che rammendava l'incombere minaccioso dell'ineluttabile. Era la saggezza potente e impenetrabile dell'eternità che irrideva alla vita, alla sua futilità e agli sforzi degli uomini.

  2. #2

  3. #3
    Semplice ed efficace, perfetto direi!!
    Sicuramente vale la pena di sostituirlo a samba anche per le macchine windows!

    Grazie mille

    Lungo le due rive del fiume gelato si stendeva la cupa e tetra foresta di abeti, dai quali il vento aveva appena spazzato il manto di brina. Nella luce crepuscolare quegli abeti neri e sinistri sembravano inclinarsi l'uno verso l'altro. Un silenzio minaccioso incombeva sul paesaggio, privo di qualsiasi segno di vita o di movimento, e desolato e freddo al punto da non poter ispirare che un solo sentimento: quello della più triste malinconia. E nello stesso tempo pareva che da quel paesaggio trapelasse una specie di riso, un riso ben più spaventoso di qualsiasi malinconia o tristezza, un riso tragico, come quello di una sfinge, un riso agghiacciante più della brina e che rammendava l'incombere minaccioso dell'ineluttabile. Era la saggezza potente e impenetrabile dell'eternità che irrideva alla vita, alla sua futilità e agli sforzi degli uomini.

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