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  1. #1

    [ARTE] Gli straordinari affreschi della Cappella Nicolina

    Ne lessi su una rivista francese di arte e ne rimasi affascinato.
    Me la studiai su qualche libro... e l'anno scorso, quando portai le mie 2 figlie a conoscere un po' Roma, approfittando dell'occasione di far loro vedere la Cappella Sistina, ben deciso ad andarla a vedere dal vivo mi misi alla sua ricerca.
    Voi non ci crederete ma nessun addetto dei Musei Vaticani seppe indicarmi dove si trovasse.
    Alla fine me la sono trovato da solo (in base a quel che mi ero letto).
    Era dietro ad una porta (chiusa ma non a chiave) a 10 metri da un addetto che. 5' prima, mi aveva mandato da tutt'altra parte.
    Ma questo interessa poco...se non fosse per il fatto che non fu certo la prima volta che in Vaticano la "persero di vista"...

    Ecco la storia...

    Pochi ambienti subirono nel corso degli anni così tante traversie come la cappella Niccolina.
    Nacque a metà del 1400 per desiderio del papa Niccolò V che volle un oratorio privato negli ultini due piani (4° e 5°) della torre mediovale edificata da Innocenzo III.
    Niccolò V era domenicano e quindi decise di affidare gli affreschi a un suo confratello Guido di Pietro a noi noto con il nome di Beato Angelico.
    Nel tempo la torre fu "inglobata" in altri edifici e fu spesso abbandonata.
    Ma andiamo con ordine...
    Il Beato Angelico eseguì una serie di affreschi con scene delle vite di Santo Stefano e di San Lorenzo.
    Dall'inizio del 1500 i papi disdegnarono l'antica residenza e preferirono trasferirsi al più salubre Quirinale e quindi la cappella venne dimenticata.
    Sia Giulio II che Leone X fecero approntare dei nuovi arredi per essa : la vetrata e il timpano di marmo , ma ciò non servì a farla tornare in uso.
    Anzi un'orda di Lanzichenecchi tedeschi durante un sacco di Roma lasciò tracce del suo passaggio "ferendone" con le lance gli affreschi.
    Fu GregorioXIII che si occupò del suo primo restauro nel 1527.
    La sorte della cappella tuttavia fu segnata quando Paolo IV decise di trasformarla in giardini pensili , ma la malattia del papa la salvò da quel destino.
    Per interrompere un po' il noioso racconto storico ecco una prima immagine...


  2. #2
    Niccolò V era un umanista (si chiamava Tommaso Parentucelli) e divenuto papa , mise mano alla basilica di S.Pietro per ridarle lo splendore che le beghe scismatiche avevano offuscato. Con l'affermazione dell' auctoritas e della securitas papale egli , in occasione del Giubileo del 1450 , applicò un nuovo programma architettonico e urbanistico alla città eterna.
    In questo spirito riunì il 4° e il 5° piano della torre di Innocenzo III , rimpiazzò con la volta della fotografia precedente il tetto in legno e fece preparare i muri per accogliere degli affreschi.
    Il Beato Angelico lavorò dal 1448 al 1450 e il coerente discorso artistico del papa terminò l'anno successivo con il pavimento di marmo nero e bianco.

  3. #3
    La cappella era riservata alla devozione privata del papa e comunicava con la sua camera da letto e con un piccolo studio (distrutto nel XVI° secolo) con ritratti di Piero della Francesca e del Beato Angelico.
    Il percorso partiva dallo studiolo e arrivava alla cappella con le raffigurazioni delle esemplari vite di Santo Stefano e San Lorenzo.
    Il ciclo era completato da una Crocifissione oggi andata perduta.
    Si comincia dall'ordinazione a diacono di San Lorenzo da aprte di S.Sisto...


    Una curiosità il volto di S.Sisto è in realtà quello di Niccolò V ritratto in questo modo dal Beato Angelico...

  4. #4
    e da quella di S.Lorenzo di cui pubblico un bellissimo particolare che mostra tutto il carisma e l'intensita interiore del santo...


  5. #5

  6. #6
    Originariamente inviato da dokk
    Matra.. le immagini...
    già...mi dimentico sempre :rollo:
    Provvedo subito...

  7. #7
    Gli sfondi delle scene sono costituiti sempre da architetture urbane romane , anche quando le vicende sono ambientate a Gerusalemme.
    Volumetrie potenti caratterizzano gli esterni urbani di cui mostro qui un particolare...


  8. #8
    Spesso anche gli interni sono aperti come spesso accade in Giotto e Masaccio in modo da portare in primo piano i protagonisti lasciando una profondità di sfondo che li valorizzi in pieno.
    Come si può vedere in questa scena raffigurante , da una parte S.Sisto che confida a S.Lorenzo il tesoro della Chiesa e dall'altra lo stesso S.Lorenzo che lo distribuisce in beneficienza.


  9. #9
    Ecco un dettaglio della scena di sinistra in cui si nota come il soldato dell'imperatore viene "minacciato" a sancire che la carità cristiana non ha paura del potere temporale...


  10. #10
    Tornando infine alla storia della cappella questa fu completamente "dimenticata" e creduta distrutta finché l'abbate Agostino Taja, allora impegnato a redigere il suo volume sul Palazzo Apostolico Vaticano , la riscoprì nel 1712.
    Il rinvenimento venne subito segnalato al papa Clemente XI° e al suo successore Benedetto XIII° che fecero rinfrescare le pitture e aggiunsero
    la lapidazione di Santo Stefano dipinta dal Vasari e piazzata sopra l'altare.



    Nonostante questi interventi la cappella tornò ancora una volta nell'oblio per venire "riscoperta" per l'ennesima volta da Della Valle che racconta di avervi potuto accedere solamente entrando dalle finestre.
    Nel 1800 ci furono due interventi di restauro ma nel 1924 vi fu l'inizio di una nuova ottica nei confronti del monumento, che portò in tempi successivi a ripetuti interventi di restauro, l'ultimo dei quali è quello recentemente realizzato fra l'aprile 1995 e il dicembre 1996.
    Ora è un piccolo gioiello da non perdere visitando i Musei Vaticani.

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