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  1. #1

    Prodi e il tesoretto: lo spenderemo così

    «La ricompensa alle famiglie che hanno meno»

    Caro Direttore,
    nella breve parentesi pasquale ho portato avanti qualche riflessione credo utile per prendere decisioni più efficaci e, possibilmente, più giuste sul futuro della nostra economia. Riflessioni che volentieri vorrei condividere con i suoi lettori. Gli obiettivi sono semplici: sostenere la ripresa del Paese e alleviare alcune tra le maggiori ingiustizie che pesano sulla nostra società. E vorrei proprio che questi obiettivi fossero perseguiti nel modo più serio possibile, senza nessuna concessione ai calendari elettorali e senza mettere a rischio l'equilibrio dei nostri conti, elemento fondamentale per una ripresa vera e duratura. Ho più volte ricevuto forti e comprensibili inviti perché le eventuali decisioni possano entrare in vigore prima delle elezioni amministrative, ma credo che questo sia incompatibile con il nostro programma elettorale, dedicato ad impiegare tutti i cinque anni della legislatura per risanare le finanze pubbliche e rilanciare con forza la nostra economia.
    Per raggiungere questi obiettivi non abbiamo esitato a prendere misure impopolari, consapevoli che questo è il dovere di ogni buon governo e che è particolarmente un mio dovere, dato il conforto e la responsabilità che ho ricevuto dalle primarie. Una responsabilità che mi obbliga a tenere conto degli interessi particolari solo in quanto questi vadano in direzione dell'interesse generale. Nella quiete pasquale ho potuto riflettere su alcuni dati di fatto che sarà bene mettere insieme per aiutarci a prendere le decisioni. Il primo dato è che le buste-paga dei lavoratori dipendenti in Italia sono le più basse dell' Europa a quindici, escluso il Portogallo.
    Questo non significa che le imprese possano allargare senza limiti i cordoni della borsa perché abbiamo da recuperare tanta efficienza perduta, ma significa che, investendo nelle risorse umane, le nostre imprese hanno spazio per affermarsi nei mercati internazionali e, nello stesso tempo, che i lavoratori hanno il diritto di partecipare ai vantaggi di questa recuperata competitività. Il secondo dato è quello che i dirigenti delle imprese italiane («Il Sole-24 Ore», domenica di Pasqua, pagina 21) hanno goduto, durante il 2006, di aumenti medi di retribuzione del 17% rispetto all'anno precedente, cioè circa 8 volte il tasso di inflazione.
    Paradossalmente, se non guadagnano almeno 2,5 milioni di euro all'anno, essi non entrano nemmeno nella classifica dei primi cinquanta manager italiani. Accanto a questi due dati un ricordo e una ulteriore riflessione. Il ricordo è che quando ho cominciato i miei studi di economia (e in fondo non è un secolo fa) ci si scandalizzava giustamente se le differenze fra salario minimo e salario massimo in un' azienda erano di uno a cinquanta, mentre oggi, quando la differenza è tra uno e cinquecento, si alzano le spalle perché questa è considerata la regola del mercato.
    La riflessione è che, pur avendo la ripresa e lo sviluppo come primi obiettivi, un buon governo non può certo pensare che questo risultato possa essere raggiunto in una società in cui si sono rotti tutti i vincoli di solidarietà. Ma c'è anche un terzo dato importante: sono esplosi anche i "costi complessivi della politica" sia a livello centrale che a livello locale. Ed essi sono nettamente superiori a quelli degli altri paesi europei. È per questo, ed è un quarto punto fondamentale, che nei mesi scorsi il cammino verso il risanamento economico e finanziario è stato portato avanti con passo accelerato, sia per effetto delle misure di controllo della spesa che per le maggiori entrate dovute per una parte fondamentale ad una progressiva azione contro l'evasione fiscale.
    L'azione di governo ha quindi finalmente cominciato a liberare e a produrre nuove risorse, sia per mettere in equilibrio i conti sia per alleviare il peso del debito, sia per rilanciare lo sviluppo dell'economia. Nel dibattito politico l'insieme di tali risorse è stato chiamato "tesoretto", ma è meglio chiamarlo la meritata "ricompensa" di quanto fatto dai cittadini, dai lavoratori e dalle imprese in questi primi undici mesi di legislatura. I dati e le riflessioni espressi in precedenza dovranno guidare la politica del governo anche se, come era naturale, si sono avanzate ipotesi di suddivisione e proposte di iniziative prima di conoscere esattamente l'entità che il governo— mantenendo come obiettivo di fondo il risanamento dei conti pubblici pattuito con l'Unione Europea — potrà investire sull'Italia nei prossimi mesi.
    Senza curarsi, come ho detto, del calendario elettorale, ma guardando solo all'irrobustimento della ripresa e al necessario sollievo delle categorie più disagiate. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo scommesso sul metodo della concertazione, strumento indispensabile per il rilancio del Paese. Di questo abbiamo discusso e ancora discuteremo nelle prossime settimane con tutti i ministri, ma mi sembra che i dati e le riflessioni spingano a dividere in tre parti la "ricompensa" di questi primi mesi di governo. Due di queste tre parti (il 66%) andranno, in diverse forme, a favore di chi, lavoratore, pensionato o disoccupato, affronta con maggior difficoltà il cammino delle propria esistenza.
    Troppe sono le persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese e troppe sono le famiglie che non riescono a costruire un futuro per i propri figli. E a loro va il primo e più corposo pensiero. Il restante terzo (33%) andrà alle imprese e alle politiche per la crescita, lo sviluppo e gli investimenti in infrastrutture di un'economia che si sta risanando ma che ha ancora bisogno di stimoli e di incentivi, soprattutto alla ricerca, all'innovazione e al rilancio delle risorse umane. Stimoli e incentivi che si sommano al forte aiuto della riduzione delle tasse sul lavoro che comincerà a produrre i propri effetti già dal primo luglio di quest'anno.
    Sono certo che queste linee d'azione saranno valutate nella loro giusta luce da tutta l'opinione pubblica italiana, perché si fondano sui cardini della nostra politica economica e sociale: equità e crescita per le famiglie, crescita e sviluppo per le imprese. Dovremo ancora lavorare per definire nei dati quantitativi queste linee d'azione, ma è bene che già da ora si sappia quali sono le priorità di equità e riconoscenza di un paese che ha in sé grandi capacità e grandi potenzialità.

    Romano Prodi
    13 aprile 2007
    fonte
    "tu ti lamenti ma che ti lamenti pigghia lu bastuni e tira fora li denti!!!"
    DONNA IDEALE
    http://bloghdad.splinder.com/
    http://www.spinoweb.com/
    http://www.aeroportodelleeolie.it/

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di tognazzi
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    il "tesoretto" dovrebbe andare a ridurre il debito pubblico per me. ma mi rendo conto che non è semplice politicamente sostenere un'idea del genere, quando la gente nota l'esistenza dei "tesoretti" chiede aumenti salariali e un governo deve anche pensare alla base elettorale.
    cmq molte delle cose che dice prodo nella lettera sono condivisibili (ad esempio il problema dell'aumento della disuguaglianza tra manager e lavoratori dipendenti).

  3. #3
    Anche io come Tognazz resto dell'idea che la priorità sia il debito. Troppe uscite.
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
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    Due di queste tre parti (il 66%) andranno, in diverse forme, a favore di chi, lavoratore, pensionato o disoccupato, affronta con maggior difficoltà il cammino delle propria esistenza.
    [...]
    Il restante terzo (33%) andrà alle imprese e alle politiche per la crescita, lo sviluppo e gli investimenti in infrastrutture di un'economia che si sta risanando ma che ha ancora bisogno di stimoli e di incentivi, soprattutto alla ricerca, all'innovazione e al rilancio delle risorse umane. Stimoli e incentivi che si sommano al forte aiuto della riduzione delle tasse sul lavoro che comincerà a produrre i propri effetti già dal primo luglio di quest'anno.
    Avrei preferito un 66% alle politiche per la crescita, lo sviluppo e al rilancio delle risorse umane e un 33% a favore di chi, lavoratore, pensionato o disoccupato, affronta con maggior difficoltà il cammino delle propria esistenza.

    Non vorrei che il 66% andasse come al solito a immigrati e sud in termini di indennità varie (che sono rendite e non investimenti) e che alla fine non si combini nulla in termini di creazione di nuovi posti di lavoro.

    Sarebbero i soliti soldi regalati pur di tenere buona la popolazione.

    E addio tesoretto.
    "Chi se ne frega, disse il mago alla strega, ora vado nel bosco e mi faccio una s...passeggiata."
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  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di manu1972
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    per me..andrebbero sicuramente investiti per creare nuove fonti di reddito e di sviluppo... o per ridurre il debito pubblico..
    Qualunque cosa ha un suo opposto, non assoluto, ma in termini comparativi. Nessuna cosa può essere completamente yin o completamente yang; essa
    contiene il seme per il proprio opposto.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Apprezzo gli intenti ma (e lo dico da lavoratore dipendente) avrei preferito che il tutto fosse andato alla riduzione del debito pubblico.

    meno debito pubblico=meno interessi sul debito=più risorse per lo Stato=più risorse da destinare (anche per gli aiuti cui accenna Prodi)

    Le "misure impopolari" (ampiamente prevedibili da ben prima delle elezioni per chi non credeva al libro dei sogni sbandierato da Berlusconi) hanno prodotto risultati che mi sembra improvvido sprecare subito. Tirare la cinghia ancora un po' e averne maggiori vantaggi in seguito (considerata anche la ripresa economica, che pare ormai avviata) mi sembrerebbe una politica a lungo termine più saggia.
    Mi rendo conto che farlo digerire agli elettori è dura.
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
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    c'era qualcosa nell'articolo in prima pagina che non mi convinceva.

    poi ho capito.

    <<Prodi: così spendiamo il tesoretto>>

    "spendiamo" e non "investiamo"

    ahi ahi ahi
    "Chi se ne frega, disse il mago alla strega, ora vado nel bosco e mi faccio una s...passeggiata."
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    Antipatichi!

  8. #8
    Originariamente inviato da wsim
    Apprezzo gli intenti ma (e lo dico da lavoratore dipendente) avrei preferito che il tutto fosse andato alla riduzione del debito pubblico.

    meno debito pubblico=meno interessi sul debito=più risorse per lo Stato=più risorse da destinare (anche per gli aiuti cui accenna Prodi)

    Le "misure impopolari" (ampiamente prevedibili da ben prima delle elezioni per chi non credeva al libro dei sogni sbandierato da Berlusconi) hanno prodotto risultati che mi sembra improvvido sprecare subito. Tirare la cinghia ancora un po' e averne maggiori vantaggi in seguito (considerata anche la ripresa economica, che pare ormai avviata) mi sembrerebbe una politica a lungo termine più saggia.
    Mi rendo conto che farlo digerire agli elettori è dura.
    Credo sia una mossa politica in probabile chiave elettorale.
    il tempo si fa i fatti suoi

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    Originariamente inviato da JackBabylon
    Credo sia una mossa politica in probabile chiave elettorale.
    già, le amministrative...
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
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    che schifo.
    "Chi se ne frega, disse il mago alla strega, ora vado nel bosco e mi faccio una s...passeggiata."
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