Originariamente inviato da NyXo
Dopo un buon cappuccio con brioche alla marmellata di mirtillo, mentre fumavo la sigaretta post-cappuccio, mi sono avventurato in quest'ardua quanto forse inutile digressione mentale.
Se io prendo della tempera Rossa e ci aggiungo del bianco, ottengo un colore che chiamo Rosa. Se io prendo del Blu e ci aggiungo del bianco ottengo qualcosa che chiamo Azzurro. Se invece prendo del Verde e ci aggiungo del bianco, ottengo qualcosa che chiamo... Verde Chiaro.
Ora, posto che oggigiorno abbiamo una teoria del colore che ci dice che non esiste discontinuita' fra i vari colori, al tempo in cui il linguaggio sui colori si viluppo, millenni fa, i colori erano probabilmente considerati come qualcosa di discontinuo (o discreto per usare un linguaggio matematico)
Ora mi chiedo: perche' siamo portati a identificare come colori diversi il Blu e l'Azzurro, il rosso e il Rosa, mentre invece il Verde lo percepiamo come un unico colore di tonalita' chiare o scure? Non e' una cosa curiosa questo diverso trattamento riservato ai colori?
E' una questione di percezione elementare o solo di linguaggio? E se anche fosse solo di linguaggio, non e' strano lo stesso?