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L'estate arriverà in anticipo, con ondate di caldo africano, ma luglio sarà forse meno afoso delle previsioni e agosto potrebbe essere persino relativamente fresco. Sono queste le ultime previsioni di Giampiero Maracchi, direttore dell'Ibimet-Cnr di Firenze. "Dopo la perturbazione attuale, che durerà circa una settimana - ha spiegato Maracchi, intervistato a margine del convegno 'Terra e acqua: difesa legittima', promosso dai consorzi di bonifica -, arriverà il caldo.
L'anticiclone della Libia porterà le temperature già da fine maggio e poi a giugno sopra i 34 gradi, forse anche fino a 40 gradi, contro i 33 della media stagionale". Spiegando che le previsioni climatiche vanno "prese con le molle", perchè il grado di attendibilità non è certo quello delle previsioni meteorologiche, Maracchi ha sottolineato che dal 5-6 agosto dovrebbero arrivare sulla penisola delle perturbazioni e per questo la temperatura potrebbe essere "relativamente fresca".
Le piogge di maggio non hanno risolto e non risolveranno però il problema della siccità: "per la vegetazione l'acqua di questi giorni è stato un bene, ma non ha cambiato lo stato delle riserve idriche". Non è da escludere, infine, che le perturbazioni di agosto si trasformino anche in alluvioni, come accaduto negli anni scorsi: "il rischio è generico - fa notare Maracchi - ma le aree a rischio in Italia sono numerose, dal golfo di Genova alla costa napoletana, a varie aree della Toscana e del Friuli Venezia Giulia. Dagli anni novanta esondazioni e alluvioni sono costate circa quattro miliardi di euro l'anno, quasi delle piccole finanziarie. Bisogna attrezzarsi perchè le piogge intense saranno un fenomeno sempre più ricorrente".
Per il climatologo non servono però più convegni e conferenze, quanto piuttosto "atti concreti": "bisogna mettersi a tavolino, costituire dei comitati tecnici operativi investiti dagli organi specifici, in particolare dai ministeri dell'agricoltura e dell'ambiente che devono agire in accordo.
In particolare per i problemi idrici occorre a mio giudizio ripensare agli invasi artificiali, vedere quanti sono quelli in essere, quanti quelli da ripristinare. Ma per questo servono anche risorse finanziarie". Per affrontare i cambiamenti climatici il governo - conclude Maracchi - dovrebbe anche finanziare la ricerca, che ha subito forti decurtazioni. Senza i fondi il Cnr non potrà proseguire pienamente nelle attività che svolge. (AGI)
Su Repubblica, intervista ad un noto meteorologo, che esprime il parere di molti altri colleghi relativamente al Maracchi (che oramai ne ha sparate a bizzeffe).
"Signor Achille Pennellatore, dobbiamo prepararci a salire su un´arca di Noè per sfuggire all´alluvione ipotizzata ieri dal suo collega Giampiero Maracchi per il prossimo agosto?
«Maracchi chi»?
Il direttore dell´Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze: sostiene che già da fine maggio e poi a giugno l´anticiclone della Libia porterà le temperature sopra i 34 gradi e forse sino a 40, ma che dal 5-6 agosto potrebbero arrivare delle perturbazioni a provocare piogge intense e distruttive su Toscana e Golfo di Genova.
«Ma non si tratta della stessa persona che aveva predetto che gennaio e febbraio sarebbero stati rigidissimi? Che errore pazzesco!»
Si baserà sulla statistica, elemento che anche lei, esperto previsore di Portosole-Puntometeo Sanremo, sicuramente userà...
«Le rispondo con una frase di George Bernard Show: "Esistono tre tipi di bugie: 1) Una bugia. 2) Una maledetta bugia. 3) Una statistica"».
Vuol dire che i mutamenti climatici non si studiano anche con i numeri?
«No, ma che sulla statistica non si può basare una previsione attendibile. Personalmente parlo di "fantameteo" già a 5-6 giorni, figurarsi a due o tre mesi; sovraccaricare di paure per il futuro la popolazione è sbagliato e inutile».
Uno stimatissimo analista ligure, Paolo Bonino di Meteolive, ha recentemente sottolineato come sia l´inceppamento del getto delle medie latitudini (uno dei tre fiumi d´aria ad alta quota che modulano il nostro clima) ad aver modificato il dinamismo atmosferico.
«Un vero esperto che ha totalmente ragione. Occorre scoprire i motivi del fenomeno. Di certo s´è verificato un surriscaldamento atmosferico notevole, un disordine da attribuire al mutamento del Niño e della Niña, le correnti del medio e basso Pacifico che scombinano i getti in quota, e della Corrente del Golfo, che si è affossata. Peraltro tutte le ricerche sotto Artide e Antartide fanno pensare che ci si avvii a una nuova piccola era glaciale. Ma passeranno 200 o 300 anni».
Allora cosa dobbiamo temere nell´immediato per la Liguria?
«Lasciamo perdere le alluvioni o le temperature a 40°. Semmai gli anticicloni di blocco, la fusione tra quello delle Azzorre e l´africano. È il fenomeno che ci ha interessato in inverno, con temperature sopra la media e niente precipitazioni; se si ripetesse rivivremmo l´estate 2003». Il suo collega Maracchi lo prefigura...
«Non esistono strumenti in grado di azzardare certezze del genere. Io, piuttosto, dico che nulla vieta che si vada avanti con le condizioni climatiche di questi giorni. Ieri mattina a Sant´Olcese la temperatura era di 10°. E se il freschetto si mantenesse? Parliamone tra una settimana».
P.S. Bonino e' un mio amico