Originariamente inviato da tremalnaik_sal
INTERVISTA RILASCIATA DA LUTTAZZI A REPUBBLICA E UNITA' (e stranamente non pubblicata -.- )
Sta nascendo il Partito Democratico. PD. Prodi-D’Alema.
L’ostetrico Fassino, liquidando una volta per tutte l’eredità
comunista, lo ha definito “un partito che deve stare in sintonia con la
società”. Ma il comunismo nacque come critica del modo di produzione
capitalista: una critica di cui c’è oggi ancora bisogno, alla luce
della nuova proletarizzazione ( precariato ) decisa ferocemente dal
blocco industriale-politico-mediatico che governa il nostro Paese. ( E
il mondo. ) Col partito democratico, sparisce la critica. Resta la
gestione dell’esistente. Grazie a tutti. Avete fatto quel che potevate.
Come se non bastasse, nel pantheon del PD, Fassino ha inserito Craxi!
Ripudiando Berlinguer! Già tre anni fa, nel libro “Per passione”,
Fassino aveva condannato il “passatismo” di Berlinguer per esaltare la
“modernità” di Craxi. Lessi quelle pagine ancora calde di stampa ai
5000 spettatori del mio monologo al Palamazda di Milano, Festa
Provinciale dell’Unità. Ammutolirono. Ricordai che Berlinguer, col suo
passatismo, pose per primo il problema dell’etica pubblica e della
questione morale; mentre la modernità di Craxi aveva portato a
tangentopoli, al pizzo sui singoli appalti e all’ultimo frutto
avvelenato, Berlusconi. Cinque minuti di applausi. Al termine, nel
silenzio, qualcuno urlò:-Ecco perché non ti vogliono in tv!- E io:-Mi
sa che hai ragione.-
Ma c’è una logica nella follia. Chi scrive i discorsi di Fassino? Il
suo amico Sebastiano Maffettone, filosofo socialista, già autore dei
discorsi di Craxi. In pratica, quando i DS applaudono Fassino, da anni
senza saperlo stanno applaudendo un discorso di Craxi.
Berlusconi ha commentato:-Se questo che descrive Fassino è il Partito
Democratico, quasi quasi mi iscrivo anch’io.- Perchè no, in effetti? La
cosa divertente è che ne sarebbe capacissimo.
Quella del partito democratico è una inevitabile stronzata.
Inevitabile perché il blocco di potere industriale-politico-mediatico
spinge in questa direzione ormai da anni dappertutto.
Stronzata perché manda in soffitta la lotta contro le disuguaglianze
che è da sempre la vera artefice del progresso, nonchè l’eredità più
nobile di una storia politica liquidata con una fretta commendevole.
Se non altro, si è fatta chiarezza. Da anni i DS si erano trasformati
in un “partito di amministratori” ( definizione di Fassino ). E col
placet dalemiano prima ai bombardamenti in Kosovo e poi alla guerra in
Afghanistan era diventata prassi una realpolitik che di sinistra non
aveva più nulla.
Chi sarà il capo del Partito Democratico? A questo punto potrà essere
chiunque, incluso lo strangolatore di Boston.
Daniele Luttazzi - 1 Maggio 2007