Buongiorno di Massimo Gramellini 29/05/2007
Destra, sinistra, stop
Nella democrazia degli infelici, per chi sta al governo perdere le elezioni
è diventata la regola. Successe a Bush l'anno scorso, oggi capita a Prodi e
Zapatero. Ovunque il cittadino si sente più povero e indifeso, e cova un
malessere impastato di impotenza. Vorrebbe credere in un sogno di futuro, ma
nessuno sa proporglielo e allora finisce per sfogare la sua rabbia in un
voto che castighi i detentori momentanei del potere. Avendoli però provati
tutti, sa benissimo che il suo gesto di stizza non produrrà cambiamenti
veri. Perché centrodestra e centrosinistra sono marchi senz'anima,
totalmente sganciati dalla realtà del nostro tempo, ormai incapaci di
definirsi se non in contrapposizione all'avversario. Descrivono mondi
vecchi, magari nobili ma sterili, che affondano le loro radici in secoli
dominati dall'ideologia.
Per la stragrande maggioranza delle persone questo impianto mentale non ha
più nessun senso. Aumentare lo stipendio ai bravi e ridurlo ai lavativi è di
destra o di sinistra? Controllare il territorio dello Stato senza lasciarne
intere zone alle mafie e agli immigrati clandestini è di destra o di
sinistra? Rendere la scuola e la sanità pubbliche più efficienti e selettive
è di destra o di sinistra? Ridurre il debito dello Stato, la burocrazia
borbonica, i costi della politica, le emissioni inquinanti, i conflitti di
interesse e l'evasione fiscale è di destra o di sinistra? Le cose più
urgenti da fare non sono né di destra né di sinistra. Sono da fare.