Originariamente inviato da Angioletto
Esiste però un'altra alternativa per il cinema nel suo dialogo con la modernità della comunicazione: l'interfilm. Definito come un "gioco cinematico" (Mc-microcomputer n. 128-Aprile 1993), l'interfilm altro non è che un film interattivo, in cui gli spettatori sono parzialmente in grado di modificare l'evoluzione della vicenda. Negli Stati Uniti è stato fatto un esperimento di film interattivo intitolato "I'm the man", nel quale gli spettatori ogni 90 secondi erano direttamente coinvolti nella vicenda di Jack Beamer, con la possibilità di 'decidere' sulle sue sorti; il tutto servendosi di una sorta di joystick, posto vicino ad ogni spettatore, con tre tasti colorati, corrispondenti a tre diverse alternative che venivano fornite per la continuazione della storia (tipo: vai a destra, dritto, torna indietro, ecc.); ogni spettatore poteva fare la sua scelta, mentre un computer analizzava statisticamente in tempo reale le risposte, comandando poi un sistema di videodischi ... Il tutto in una dimensione di grande attivazione emozionale collettiva, anche se ogni spettatore in fondo è anche 'solo' attaccato al suo 'telecomando' .
Questo 'gioco interattivo', che forse è una situazione limite nella sperimentazione sul cinema e sui mezzi di comunicazione in generale, dimostra come si stia tentando di rendere sempre più partecipi gli spettatori-utenti, diffondendo quell'ideale dell'interattività in ogni ambito della comunicazione di massa. La massa, appunto: e il cinema più della radio e della televisione mantiene ancora quella dimensione dello stare insieme reale e materiale. Al di là della suggestione del grande schermo la sala cinematografica è un luogo di incontro con gli altri, la coreografia dello spettacolo comprende anche il pubblico. In un film di Federico Fellini "La città delle donne" il regista immagina e rappresenta un grande lenzuolo che copre gli spettatori di un film, come se si trovassero tutti insieme in un grande letto; insieme e soli nello stesso tempo, rappresentati mentre 'godono insieme', ma ognuno masturbandosi solitariamente, della visione collettiva del film.
Il supporto e il materasso di questo letto sono le esperienze comuni che contemporaneamente vengono percepite e vissute dagli spettatori. La duplice proiezione, quella visibile del film e quella invisibile dello spettatore sul film, mettono in evidenza nello stesso tempo ciò che distingue e ciò che mette in comune questi ipotetici spettatori. Essere insieme oggi forse non basta più, occorre partecipare insieme. Le nuove tecnologie, come abbiamo già visto, hanno reso possibile la creazione di sistemi di comunicazione multimediali che arrivino addirittura a riprodurre oltre ai suoni e le immagini, anche gli odori e le sensazioni tattili. Il cinema sarà il mezzo più utilizzato per sperimentare e verificare direttamente la reazione delle persone a questo tentativo di scomposizione e ricomposizione-riproduzione della realtà. Il rischio è quello di perdere quella dimensione creativa e immaginativa che ha reso possibile oggi, a cento anni dalla sua nascita, di parlare ancora di cinema, come espressione della realtà e non riproduzione della realtà.
http://www.psychomedia.it/pm/culture/cinema/cinema1.htm
o ancora:
http://www.civita.it/portale/CivitasMarzo2002/pag11.asp
dici vanno bene?