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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di marlin
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    voglio il gelato alla buvette

    SEMBRA uno scherzo, o una insidiosa provocazione dell'antipolitica. Ma è vero: al Senato, adesso, vogliono anche il gelato. Così ieri, a nome di un nutrito gruppo di parlamentari, il senatore Rocco Buttiglione, filosofo dell'Udc, e la senatrice Albertina Soliani, prodiana emiliana, hanno scritto ai questori di Palazzo Madama una lettera che merita di essere riportata nella sua concisa integrità documentale.

    E dunque: "Ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo il desiderio di molti. E' possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone. In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti".

    E' bene a questo punto che si conoscano anche i nomi dei senatori-questori che prima o poi dovranno respingere o accogliere l'istanza, magari regolamentandola nelle sue molteplici varietà: ghiacciolo, coppetta, cassata, cono, cornetto, granita, sorbetto, affogato e biscottone. Si tratta quindi del senatore Gianni Nieddu, Ulivo; del senatore Romano Comincioli, Forza Italia; e della senatrice Helga Thaler, autonomista sud-tirolese. Che la coscienza del loro ruolo li ispiri, per una volta, nel senso che riterranno più consono al bene comune. Amen.

    Nel frattempo, varrà la pena di considerare come quella che in un celebre studio affidato alla buonanima di Giovanni Malagodi veniva cautamente definita "la condizione del parlamentare" sia oggi diventata, sic et simpliciter, "la qualità della vita dei senatori". Ma soprattutto colpisce, nella sollecitazione gelatiera e bipartisan, una parola che getta una piccola luce sulla faccenda: "il desiderio".

    Ecco forse la bramosa chiave di volta per comprendere come, al di là di un facile e scontato moralismo, diversi rappresentanti della volontà popolare abbiano smarrito il senso stesso del loro operato, e ormai non si rendano più conto dell'effetto - per non dire la ricaduta simbolica - che suscitano certe loro pretese.

    Molto semplicemente: desiderano, anzi desiderano troppo, non pongono tanti limiti alle loro voglie. Nel caso specifico alla loro gola. E' un fatto che richiama l'essenza corporea e primordiale del potere; un'impellenza biologica che non viene nascosta perché connessa al rango, allo status, al privilegio di ostentare il proprio appetito. Ai senatori piace il gelato: e lo vogliono. Slurp! Qui e ora. Slurp! slurp! Magari non immaginano che uscire dal Palazzo, farsi due passi a piazza Navona potrebbe anche fargli bene; magari non riescono nemmeno a capire come rispetto a un innocente gelatino si possano tirare in ballo questioni così alte. Pare di sentirli: eh, quante storie!

    E' un'unica, drammatica storia, in realtà, quella dello snaturamento, della degenerazione, della deboscia delle assemblee elettive all'insegna di Bengodi. Tanto più irrilevanti le Camere sul piano politico, quanto più ornamentali, confortevoli, opulente, agognate.

    Il Senato, in particolare. Perché prima del gelato i senatori hanno chiesto e ottenuto le settimane gastronomiche regionali, e poi quelle dedicate alle province. Il collezionista dispone di fantastici comunicati ufficiali emessi nei momenti più delicati sulle degustazioni dell'agro pontino, "la seconda giornata sarà abbinata alla carne di bufala bianca", oppure un dovizioso banchetto palermitano a conclusione del quale il presidente Musotto ha fatto presente uno slogan promozionale che a dire il vero lì dentro rischiava di suonare un po' così: "Mangio sicuro, mangio meglio".

    A metà marzo il presidente Marini ha concesso la sala degli atti parlamentari al primo corso di sommelier per senatori. Montecitorio risponde con i prodotti agricoli di qualità certificata. Chi vuole il lardo, chi lo squacquerone, chi i fichi caramellati e chi i torcinelli. Buttiglione e la Soliani, dopo tutto, sono in buona compagnia. La deriva eno-gastronomica si fa anche dolciaria, ma non è dolce per niente il futuro delle istituzioni rappresentative.

    (8 giugno 2007)

    http://www.repubblica.it/2007/06/sez...ne-gelato.html

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di nestore
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    VVoVe:

  3. #3
    Per me nessun problema...se pagassero di tasca propria.
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  4. #4
    Originariamente inviato da taddeus
    Per me nessun problema...se pagassero di tasca propria.
    Il fatto è che alla buvette pagano prezzi da baretto di periferia, tipo un caffè 60 centesimi. Se dovessero uscire a prendersi il gelato fuori dovrebbero pagare un normale prezzo di bar del centro di Roma, e con il loro esiguo stipendio non potrebbero permetterselo...
    [supersaibal]Una volta qui c'era il bar Mario
    L'han tirato giù tanti anni fa
    E i vecchi, i vecchi, i vecchi i vecchi
    sono ancora lì che dicono che senza non si fa

    [/supersaibal]

  5. #5
    Originariamente inviato da taddeus
    Per me nessun problema...se pagassero di tasca propria.
    Ho come il sospetto che sarebbero capaci di far rientrare nelle spese del senato fresche cassate fatte arrivare appositamente da Palermo con i jet dell'aeronautica militare
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

  6. #6
    assurdo VVoVe:

  7. #7
    Originariamente inviato da vificunero
    Ho come il sospetto che sarebbero capaci di far rientrare nelle spese del senato fresche cassate fatte arrivare appositamente da Palermo con i jet dell'aeronautica militare
    non siamo distanti dalla realtà cmq..
    - - - Codice Alpha - - -
    lo sapevi? www.no1984.org

  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di alda
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    Originariamente inviato da jsmoran
    Il fatto è che alla buvette pagano prezzi da baretto di periferia, tipo un caffè 60 centesimi. Se dovessero uscire a prendersi il gelato fuori dovrebbero pagare un normale prezzo di bar del centro di Roma, e con il loro esiguo stipendio non potrebbero permetterselo...
    pagano i prezzi di qualunque mensa/bar aziendale, anche da me il caffè costa 60 centesimi e un pasto completo 8 euro... i nostri stipendi non sono quelli dei parlamentari, ma è un trascurabile dettaglio


    però nemmeno il nostro bar ha il frigorifero dei gelati, ora preparo una petizione
    Se capire significa mettersi al posto di chi è diverso da noi, i ricchi e i dominatori del mondo hanno mai potuto capire milioni di emarginati?

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    beh... mi pare giusto, poveri... senza nemmeno il gelataio sul posto di lavoro, come si fa?!? manco le bestie...

  10. #10
    Un calippo nel sedere, gli ci vuole.
    NeapoliX GNU/Linux
    "Alla maggior parte della gente piace leggere la propria scrittura e annusare l'odore dei propri peti." (Auden)

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