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  1. #1

    Un 20 giugno di 63 anni fa

    "Sono all'incirca le sette di sera: in via Roma, all'altezza dell'edicola del Crocefisso, una trentina di giovani sono seduti avanti casa e discutono sui fatti del giorno. Improvvisamente arrivano tedeschi e fascisti, i quali, dopo aver bloccato gli accessi della via, obbligano i giovani a mettersi in fila e ad incamminarsi verso la villa Armarmi, in contrada Montecappone. Si pensa ad una delle solite retate di uomini di lavoro, ma non è così. Giunti alla villa, i giovani vengono rinchiusi nella brigata del colono Massacci, perquisiti, minacciati, bastonati e rimessi in libertà: tutti, meno sette, che una spia di Fabriano (una donna?) qualifica come partigiani.

    Contro questi sette si accanisce la rabbia nazifascista. Vengono seviziati e torturati a lungo: da lontano si odono le loro grida di dolore e di implorazione. Riconosciuti come partigiani, vengono condannati a morte, senza processo. Agli abitanti della villa e della casa colonica sono impartiti ordini perentori: "Nessuno esca ed ogni porta e finestra sia serrata!".

    Quando i sette vengono spinti in un vallone a circa duecento metri dalla villa, sono irriconoscibili per le violenze subite. Poi il tragico epilogo: "una scarica di mitraglia ed i corpi cadono dalla ripa, rotolando. Qualcuno si contorce, tra gli spasimi estremi chiama la mamma, invoca Iddio". Allora vengono finiti "coi pugnali, coi calci dei fucili: negli orecchi, negli occhi, sui petti". Più tardi, parenti e amici, accorsi sul posto, provvedono alla loro sepoltura. Qualche mese dopo i resti mortali saranno solennemente trasferiti nel Famedio; sul posto sarà collocata una lapide. Dei sette fucilati, cinque sono jesini: Armando e Luigi Angeloni muratori, rispettivamente di 25 e 18 anni, Francesco Cecchi e Alfredo Santinelli, apprendisti, diciottenni, e Mario Saveri di 23 anni meccanico. Avevano aderito ai Gap di via Roma. Gli altri due sono Enzo Carboni di S. Eufemia di Aspromonte (Reggio Calabria) e Calogero Grasceffo di Agrigento, entrambi ventenni ed entrambi carabinieri".
    Mai dimenticarsi delle proprie radici, specie quando queste ricordano un fulgido passato che si sposa perfettamente con il presente.

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di Uanne
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    è una delle tante storie drammatiche che hanno caratterizzato quel brutto periodo. Sono solo dei nomi, vite spezzate per la follia di uomini che hanno trascinato nell'odio e nella guerra intere nazioni. Che questi drammi siano sempre da monito
    A me mi dà la carica, agli italiani gli dà la carica

  3. #3
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    Originariamente inviato da Uanne
    Che questi drammi siano sempre da monito
    Si spera sempre!

  4. #4
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    Mi viene da pensare che nonostante tutto, c'è qualcuno che vuole portare avanti ideologie che di danni incommensurabili ne ha già creati tanti. Rabbia e dolore
    Lo Stato deve dare ai cittadini, come diritto, ciò che la mafia dà come favore.
    Carlo Alberto dalla Chiesa

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  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di Uanne
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    Originariamente inviato da EngLab
    Si spera sempre!
    anche se sono ancora i cannoni a far sentire la loro voce

    http://tv.repubblica.it/multimedia/home/759238?ref=hpmm

    non c'è speranza
    A me mi dà la carica, agli italiani gli dà la carica

  6. #6
    http://www.repubblica.it/2006/08/spe...8/tappa-8.html

    Molti non hanno mai pagato per i loro crimini, in quest'Italia sempre troppo pronta a dimenticare.
    [supersaibal]Una volta qui c'era il bar Mario
    L'han tirato giù tanti anni fa
    E i vecchi, i vecchi, i vecchi i vecchi
    sono ancora lì che dicono che senza non si fa

    [/supersaibal]

  7. #7
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    Solo 5 risposte...
    Lo Stato deve dare ai cittadini, come diritto, ciò che la mafia dà come favore.
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  8. #8
    Utente di HTML.it L'avatar di sustia
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    Sempre è stato così e sempre lo sarà, soprattutto in un paese dalla memoria corta.
    Se attendi un attimo e siamo fortunati qualcuno te lo dimostrerà, in mala fede.

  9. #9

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    A proposito di memoria, ricordo soltanto che a fine 2005 alcuni parlamentari di AN presentarono un disegno di legge per l'equiparazione dei fascisti repubblichini di Salò alle forze combattenti della Resistenza.
    Disegno di legge che poi fu stralciato dall'ordine dei lavori parlamentari.
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

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