Non era mio interesse essere sotto gli occhi dei riflettori per una affermazione fatta dopo un giorno di intenso studio dei Promessi Sposi e penso che errare sia umano, anche per una persona che sia abbastanza in vista. Il problema è semplice: nel caso in cui si sbagli a livello personale non succede nulla, nel caso in cui lo si faccia in un blog molto seguito è un altro conto.
Le mie disavventure con Linux erano relative a Mandriva, che dovrebbe, apparentemente, semplificare la vita dell’utente medio che passa da Windows a Linux, ma che di fatto la complica, rendendo impossibile il suo lavoro.
Ammetto di essere stato molto azzardato nel precedente articolo su Linux e me ne pento, anche per la bufera di commenti ed articoli che parlano di quell’articolo, che voleva essere solo una riflessione personale.
Sono riuscito a convincere (pensava che facessi chissa’ quale tortura psicologica agli utilizzatori di Linux) Vincenzo, programmatore di Upower Theme maker package e uno dei fondatori del Kalatlug, a portarmi una copia di Ubuntu, che ho installato nel portatile che uso per il lavoro. La sensazione è completamente diversa rispetto a Mandriva: pulizia e funzionalità.
Non ditemi che pubblico questa rettifica solo per fermare la miriade di commenti, perché non è vero e perché sto usando Ubuntu da un giorno e mezzo con successo, senza problemi di sorta. Purtroppo - dovete abituarvi - non riesco a tenere peli sulla lingua.
Ubuntu mi ha permesso fra l’altro di ottimizzare stamane il lavoro usando le aree di lavoro. Vincenzo, inoltre, mi ha dato qualche accenno sulla storia di Linux e sul suo funzionamento. Nella barra laterale, in home page, potete vedere da quanti giorni uso Ubuntu.