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  1. #1

    La scienza rottame, l'epidemiologia e il principio di precauzione

    Principio di precauzione: "nel dubbio, ad esempio di fronte a tecnologie di cui non si conoscono i processi di gestione e di controllo dei possibili impatti, si ricorre alla sapienza antica, secondo cui è meglio essere prudenti in condizioni di ignoranza".

    Tratto da dichiarazione rilasciate dal Luciano Caglioti, docente di Chimica Organica all’Università La Sapienza di Roma e da Carlo Bernardini oggi professore emerito all'Università di Roma La Sapienza:
    Sembrerebbe un principio ottimo, e in parte poteva esserlo in società agricolo-pastorali come era quella italiana fino a non molti decenni fa. Ma in una società industrializzata qual è quella in cui viviamo oggi, che si basa su un elevato numero di tecnologie molto complesse di cui i più ignorano i principi e i processi, è ancora così?
    Perché spesso ci si oppone alle nuove tecnologie? Per timori di possibili conseguenze sulla salute, sull'ambiente o sulla qualità della vita.
    Sono timori provati? Molto spesso no. Tuttavia, siccome non è possibile escludere in modo certo l'imprevista possibilità di eventi negativi, nel dubbio, si preferisce applicare il “principio di precauzione” e si blocca tutto.
    Ma è normale che si parli sempre e solo di rischi e non del rapporto rischi-benefici? Che nemmeno le istituzioni si preoccupino di informare seriamente sulle conseguenze del ritardo tecnologico che ci separa sempre più dagli altri Paesi industrializzati con cui si pretende di competere?
    Giorgio
    L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, e poi ti spiega la lezione. (Oscar Wilde)

  2. #2
    secondo te la nostra classe politica può avere un qualche tipo di sottorelazione con le nuove tecnologie?

  3. #3
    Utente di HTML.it L'avatar di ZaMM
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    Re: La scienza rottame, l'epidemiologia e il principio di precauzione

    Originariamente inviato da giorgiogio48
    ...Ma in una società industrializzata qual è quella in cui viviamo oggi, che si basa su un elevato numero di tecnologie molto complesse di cui i più ignorano i principi e i processi, è ancora così?...
    Non dovrebbero essere "i più" a decidere queste cose, ma chi ha le competenze adeguate.

  4. #4
    Prof Caglioti:
    Costruire una TAV, una diga, una variante di valico o un ponte di grandi dimensioni significa doversi confrontare con la necessità di disporre di cultura tecnologica ed imprenditoriale, significa innescare un processo di creazione e trasferimento di conoscenze, potenziare le università, creare esperti. La politica del no, invece, impera. Ogni volta che si blocca una centrale, un elettrodotto, un rigassificatore, un inceneritore per rifiuti, o si emettono normative assai più restrittive di quanto non accada nel resto d’Europa per le onde elettromagnetiche, tutte le volte che si impedisce la costruzione di una centralina eolica, si rubano ai giovani pezzi di futuro ad alta tecnologia, con posti di lavoro “ricchi”.

    Importante da parte di giorgiogio48:
    A livello personale devo onestamente dichiarare però che per quanto ne so anche con molte centraline eoliche non risolviamo il problema del'energia. E poi le centraline eoliche costano unitariamente moltissimo: il costo di un impianto eolico di potenza inferiore a 100 KW può variare da 1.000 a 3.000 e/kW!
    Giorgio
    L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, e poi ti spiega la lezione. (Oscar Wilde)

  5. #5

    Re: Re: La scienza rottame, l'epidemiologia e il principio di precauzione

    Originariamente inviato da ZaMM
    Non dovrebbero essere "i più" a decidere queste cose, ma chi ha le competenze adeguate.
    quoto
    Molte volte sono proprio quelli con le competenze adeguate molte volte a non capire fino in fondo quale possono essere le cause del uso di determinate "novità" ma come vengono pagati per produrre anche risultati chiudono un occhio e si convincono che è "tutto a posto".
    Il rovescio della medaglia può essere altrettanto dannoso.

  6. #6
    Originariamente inviato da giorgiogio48
    ...
    tutte le volte che si impedisce la costruzione di una centralina eolica, si rubano ai giovani pezzi di futuro ad alta tecnologia, con posti di lavoro “ricchi”.
    Dalle mie parti, in una pianura, sono state costruite negli ultimi 10 mesi quasi una trentina di centrali eoliche. Tutte ancore ferme.
    Scommetto che passeranno ancora molti mesi prima che sano messe in funzione. Sempre che lo siano.

  7. #7
    Il principio di precauzione è sacrosanto

  8. #8
    A me sembra sia più vero il contrario. Il problema nella moderna società tecnologica è proprio l'opposto: si sperimenta tecnologia della quale non si conoscono i benefici e non si sa neanche se apporti davvero un beneficio, se non alle tasche di chi la produce. In questi caso il "no" non è una forma di arretratezza, ma spesso un tentativo disperato di riportare un minimo di logica nei processi decisionali (che spesso sono del tipo: "abbiamo i soldi per farlo, ci guadagnamo, facciamolo. Chi se ne frega se non funziona?")
    Le persone che dicono "no" non sono dei neo-luddisti, oscurantisti che si oppongono alla moderna tecnologia. Sono più spesso persone di buon senso che, dal momentio che l'uomo dovrebbe essere un animale razionale, vorrebbero che si usasse il raziocinio prima di prendere una decisione e non dopo quando si tratta di rimediare ai danni di quella decisione. L'elenco di porcherie e disastri commesse "in nome della scienza" anche solo negli ultimi cinquant'anni sarebbe chilometrico.
    [supersaibal]Una volta qui c'era il bar Mario
    L'han tirato giù tanti anni fa
    E i vecchi, i vecchi, i vecchi i vecchi
    sono ancora lì che dicono che senza non si fa

    [/supersaibal]

  9. #9
    Anche perché, con il passare del tempo, i danni che si possono provocare sono esponenziali. Infatti nel giro di 100 anni abbiamo fatto più danni a tutto il sistema pianeta che nel resto del tempo. Ovvio che andrebbe messa sempre più attenzione alle innovazioni. Per non parlare del fatto che prima le innovazioni erano mirate al miglioramento della sopravvivenza. Molte delle migliorie di oggi sono solo centrate sul benessere di alcuni.

  10. #10
    Ma è normale che si parli sempre e solo di rischi e non del rapporto rischi-benefici?
    Ciao jsmoran,
    Se si seguisse questo criterio potremmo ricavarne non solo benefici pratici ed economici, ma addirittura potremmo salvare delle vite umane in tutti quei casi dove hanno bisogno sopratutto di strutture moderne ed efficaci, specialmente nei paesi non sviluppati.
    Giorgio
    L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, e poi ti spiega la lezione. (Oscar Wilde)

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