http://www.antipope.org/charlie/blog...zeitgeist.html
Breve riassunto: come spiegare www.wowinsider.com/2007/07/04/new-gold-seller-tactic-trying-way-too-hard/]una banale notizia presa da un sito dedicato a World of Warcraft[/url] a un ipotetico ascoltatore del 1977? Risposta: con un lungo discorso pieno di riferimenti che richiedono ulteriori spiegazioni e presuppongono che l'ascoltatore abbia un livello di conoscenze tecnologiche all'avanguardia per la sua epoca.
No è un tema nuovo. L'idea di singolarità tecnologica risale almeno agli anni '80, nel senso che gli si dà oggi, ed è qualcosa con cui tutti gli scrittori di fantascienza si sono dovuti confrontare in qualche modo: ignorandola, come è il caso di molta space opera (Weber, ad esempio), abbracciandola (Stross, Vinge, Gibson) o inventando dei meccanismi plausibili per ignorarla (se non l'avete ancora letto, correte a prendere A Fire Upon the Deep).
Che il progresso tecnologico sia in aumento vertiginoso è evidente, come pure lo è il fatto che l'adattamento al nuovo sia sempre più difficile con l'aumentare dell'età. Io oggi ho 26 anni e, ora come ora, faccio parte di quella fascia di popolazione che usa tranquillamente la maggior parte delle nuove tecnologie e ne comprende il funzionamento, esattamente come la maggior parte delle persone che scrivono in questo forum, e do per scontato che tra 30 anni guarderò i gadget in vendita nei negozi con lo sguardo sospettoso di chi preferirebbe trovarsi ancora davanti una bella tastiera, ma la questione è: chi mi assicura che siano davvero 30 anni? Voi siete sicuri che non diventeremo "inutili", irrimediabilmente arretrati, ben prima del 2037?
PS. ripensandoci, val la pena di citare anche un fumetto, Another Cold Morning, il numero 8 di Transmetropolitan.
PPS. "A Fire Upon the Deep" è stato pubblicato in Italia dalla Editrice Nord col titolo di "Universo incostante," e ristampato quest'anno, quindi si dovrebbe trovare facilmente.