Proposta di legge per un «Parlamento pulito», «soddisfatto» il genovese
"Beppe Grillo ha ragione: via politici corrotti"
A sorpresa la Corte dei Conti si dichiara d'accordo con il comico genovese: i condannati per «cattiva amministrazione»
ROMA - I politici corrotti sono ineleggibili. Chi riveste una carica pubblica e viene condannato in via definitiva per «cattiva amministrazione», non ha diritto a partecipare ad altre consultazioni elettorali. A sorpresa, la Corte dei Conti si dichiara d'accordo con la proposta, che definisce «un po' forte, clamorosa», di Beppe Grillo che recentemente ha depositato alla Cassazione una richiesta di legge popolare per un «Parlamento pulito».
«DESTITUITO CHI È CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA» - Il procuratore generale della magistratura contabile Claudio De Rose, in occasione di una riflessione sui risultati raggiunti dalla Procura generale in vista del suo prossimo collocamento a riposo, si spinge ancora più in là: «Chi è condannato in via definitiva deve essere destituito dalla carica che riveste». L'ineleggibilità e la revoca del mandato dovrebbe riguardare in particolare chi si macchia di corruzione in tema di appalti o di frodi comunitarie, fenomeno questo che «non accenna a diminuire». Sulla stessa linea, il viceprocuratore generale aggiunto Mario Ristuccia: «C'è una domanda nel paese di corretto uso delle risorse pubbliche. Se c'è un amministratore che le usa in modo distorto, una sanzione accessoria di questo tipo sarebbe la garanzia di cui la Nazione avrebbe bisogno».
COMICO SODDISFATTO - Non nasconde la sua «grande soddisfazione» Beppe Grillo alla notizia che la Corte dei Conti si dice d'accordo con il contenuto della sua proposta di legge per un «Parlamento pulito», sull'ineleggibilità dei politici condannati in via definitiva per corruzione. «Sono felice - dice il comico genovese - che vi siano persone in grado di avere buon senso. Però...che strano Paese questo». Sul suo blog Grillo dà ampio spazio all'approvazione della richiesta di legge popolare per un «Parlamento pulito» da parte della Corte Conti.
Fonte:
Corriere