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  1. #1
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    il decalogo di veltroni

    http://www.corriere.it/Primo_Piano/P..._riforme.shtml

    Primo: superare l'attuale bicameralismo perfetto, assegnando alla Camera la titolarità dell'indirizzo politico, della fiducia al governo e della funzione legislativa e facendo del Senato la sede della collaborazione tra lo Stato e le autonomie regionali e locali. Senato e Camera manterrebbero potestà legislativa paritaria nei procedimenti di revisione costituzionale.

    Secondo: operare una drastica riduzione del numero dei parlamentari, coerente con la specializzazione delle due camere: 470 deputati e 100 senatori porterebbero l'Italia al livello delle altre grandi democrazie europee come quella francese alla quale sempre di più dobbiamo saper guardare.

    Terzo: riformare la legge elettorale, in modo da ridurre la assurda frammentazione e favorire un bipolarismo basato su competitori coesi programmaticamente e politicamente. Il governo sarebbe così capace di assicurare l'attuazione del programma per il quale è stato scelto dagli elettori, come in tutte le grandi democrazie europee. E, infine, la ricostruzione di un rapporto fiduciario tra elettori ed eletti, mediante la previsione per legge di elezioni primarie per la selezione dei candidati. Tutto questo è ora reso ancora più necessario dalla positiva sfida del referendum.

    Quarto: rafforzare decisamente la figura del Presidente del Consiglio, sul modello tipicamente europeo del governo del primo mini-stro, in modo da garantire unitarietà e coerenza all'azione di governo e coesione alla maggioranza parlamentare, attribuendogli, ad esempio, il potere di proporre nomina e revoca dei ministri al Presidente della Repubblica.

    Quinto: rafforzare il sistema di garanzie nel sistema maggioritario e bipolare, in modo da scongiurare qualunque rischio di dittatura della maggioranza o di deriva plebiscitaria, prevedendo quorum rafforzati per la modifica della prima parte della Costituzione e per l'elezione delle cariche indipendenti, uno Statuto dell'opposizione, l'attribuzione alla Corte costituzionale delle controversie in materia elettorale, norme rigorose contro il conflitto d'interessi.

    Sesto: previsione di una corsia preferenziale, con tempi certi, per l'approvazione dei disegni di legge governativi e voto unico della Camera sulla legge finanziaria nel testo predisposto dalla Commissione Bilancio, sulla falsariga dell'esperienza inglese.

    Settimo: escludere nei regolamenti parlamentari la costituzione di gruppi che non corrispondano alle liste presentate alle elezioni e rivedere le norme finanziarie che oggi premiano la frammentazione, comprese quelle sul finanziamento pubblico dei partiti e della stampa di partito.

    Ottavo: completare la riforma federale dello Stato, attuandone gli aspetti più innovativi, a cominciare dal federalismo fiscale e dalle forme particolari di autonomia che possono avvicinare le regioni a statuto ordinario alle autonomie speciali, con uno sguardo particolare alle grandi aree metropolitane.

    Nono: attuare l'articolo 51 della Costituzione, prevedendo almeno il 40 per cento di candidati donne e di capilista donne a pena di inammissibilità delle liste. Il Partito democratico applicherà alle proprie liste la quota del 50 per cento.

    Decimo: riconoscere il voto ai sedicenni per le elezioni amministrative, valorizzandone l'apporto di freschezza e di entusiasmo essenziale per la rivitalizzazione della democrazia e al tempo stesso la funzione di responsabilizzazione, di socializzazione e di apertura, essenziale nel delicato percorso dall'adolescenza alla maturità. Si tratta, come è ovvio, di proposte aperte, che implicano un iter non semplice di revisione costituzionale e legislativa, che a sua volta presuppone la convergenza di un ampio schieramento di forze. Molte legislature sono trascorse invano, da quando il tema della riforma della politica, delle sue regole, delle sue istituzioni, è entrata nell'agenda del paese. Ora la crisi di autorità della politica sta diventando un'emergenza democratica. Il Partito democratico al quale penso nasce per riportare l'Italia tra le grandi democrazie d'Europa. È una urgenza assoluta. Se non vogliamo che si avveri la lucida profezia di Calamandrei.


    il 2º ok, ma il riferimento alla Francia mi fa un po' schifio...
    il 4º l'aveva già detto Ilvio (pero son d'accordo)
    Il 6º è fattibile?
    l'8º ho seri dubbi
    Il 10º non son d'accordo

    Bilancio: s'impegna ma deve migliorare. 6.5
    Opinioni?

  2. #2
    1... 2... 3....


    Ciao Jamesev

  3. #3
    Per adesso sono solo parole buttate li', secondo me condivisibili, ma contano poco le intenzioni, vedremo cosa riuscirà a fare in partica, sempre se ne avrà l'occasione.
    It's just another bombtrack...
    Ogni can mena la coa, ogni coion vö gi' la soa!

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Originariamente inviato da raistlin76
    Per adesso sono solo parole buttate li', secondo me condivisibili, ma contano poco le intenzioni, vedremo cosa riuscirà a fare in partica, sempre se ne avrà l'occasione.
    ma come fai a votarlo senza sapere cosa ha intenzione di fare?

  5. #5
    Utente di HTML.it L'avatar di Uanne
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    non vedo un indirizzo politico in questo decalogo, ma la cosa non mi meraviglia. Sono questioni tecniche da affrontare e morta lì

    edit: mi fa un po' ridere quel vago riferimento al conflitto di interessi
    A me mi dà la carica, agli italiani gli dà la carica

  6. #6

    Re: il decalogo di veltroni

    Originariamente inviato da lookha

    l'8º ho seri dubbi
    Ma guarda che non c'è da avere molti dubbi. Il federalismo fiscale è riforma costituzionale approvata un bel po' di tempo fa eh.
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Re: Re: il decalogo di veltroni

    Originariamente inviato da vificunero
    Ma guarda che non c'è da avere molti dubbi. Il federalismo fiscale è riforma costituzionale approvata un bel po' di tempo fa eh.
    Il fatto che sia stato approvato non è mica sinonimo del fatto che sia una cosa positiva.

  8. #8

  9. #9
    Originariamente inviato da lookha
    Primo: superare l'attuale bicameralismo perfetto, assegnando alla Camera la titolarità dell'indirizzo politico, della fiducia al governo e della funzione legislativa e facendo del Senato la sede della collaborazione tra lo Stato e le autonomie regionali e locali. Senato e Camera manterrebbero potestà legislativa paritaria nei procedimenti di revisione costituzionale.
    Io vado più in là e integro rilanciando, come ormai faccio da tempo. Senato senza scadenza con membri nominati dai consigli regionali: ogni regione deve avere un uguale numero di senatori (non come ora o come nella revisione costituzionale berlusconiana con una rappresentaza proporzionale alla popolazione, altrimenti non rappresenta le regioni). Il senato dovrebbe avere la possibilità di discutere i disegni di legge (che devono essere approvati solo dalla camera) e proporre modifiche sulle quali si pronuncia in ultima istanza e senza appello la camera.


    Originariamente inviato da lookha
    Il 6º è fattibile?
    Certo: quando arriva in parlamento un ddl di iniziativa governativa, viene subito messo all'ordine del giorno e deve essere discusso in tempi certi.


    Originariamente inviato da lookha
    Il 10º non son d'accordo
    Perché no, è un ottimo modo per stimolare i giovani a occuparsi della vita politica e a costruirsi una coscienza critica sulla gestione della cosa pubblica.

  10. #10

    Re: Re: Re: il decalogo di veltroni

    Originariamente inviato da lookha
    Il fatto che sia stato approvato non è mica sinonimo del fatto che sia una cosa positiva.
    Sì ok ma la riforma è del 2001, è inutile continuare a girarci intorno.
    The more the state 'plans' the more difficult planning becomes for the individual.
    Sto nella Pampa

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