I distinguo e i commenti sono stati tanti, dopo. Ma la verità è che a favore della proposta di legge che voleva il test anti-droga per i parlamentari, alla fine c'era soltanto l'Udc nell'opposizione. La maggioranza ha fatto quadrato: un voto contrario pressoché bulgaro. E così ieri l'iniziativa di Pier Ferdinando Casini è stata clamorosamente bocciata alla Camera, in commissione Affari costituzionali. Ma Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, non ci sta. Dice: «Proporremo ai nostri parlamentari di farlo ugualmente, il test». E gli fa eco Riccardo Pedrizzi, di An: «Proporremo che tutti i parlamentari nostri si sottopongano al test, volontariamente». La verità, però, è che non c'era un solo rappresentante di An in commissione al momento della votazione della proposta. Una proposta che era nata sull'onda emotiva di un programma televisivo: «Le Iene» avevano «rubato» campioni di sudore tra i parlamentari fuori da Montecitorio scoprendo, così, un alto tasso di consumo di stupefacenti fra di loro. Per questo la proposta di legge di Casini aveva raccolto diversi consensi fra i parlamentari: sull'onda dello scandalo l'avevano firmata in parecchi nell'opposizione, ma anche dentro la maggioranza. Ma ieri al momento del voto, dei parlamentari dell'opposizione in commissione Affari Costituzionali non c'era nessuno, se non l'Udc, appunto. «Avevo da fare un intervento in Aula già programmato », taglia corto Gabriele Boscetto di Forza Italia.
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