Rissa a Linate: l'emiro del Qatar protesta perché tre donne della sua famiglia sono costrette a sedere accanto a sconosciuti.
MILANO — Non tanto per la donna in sé: per dire, nel 2003, in Qatar debuttò la prima ministra d'un Paese del Golfo. È, piuttosto, per la (propria) donna con (altri) uomini nei paraggi. E se in certi posti, per esempio un aereo, e nel caso il British Airways delle 15.55 per Londra, la vicinanza è strutturale, e ci sono soltanto file di due poltrone attaccate, e non esiste il posto singolo, amen: si blocca l'aereo.
E così, appurato che le tre signore al seguito non viaggiavano al fianco suo e d'un parente — tutti e cinque fanno parte della famiglia reale dell'emirato —, sua altezza lo sceicco Bader Bin Khalifa Al-Thani ha provato a convincere gli altri passeggeri della business class a far cambio di posto. Incassato un secco no, s'è fiondato dal comandante che stava pompando i motori per il decollo. Toc toc alla porta della cabina: «Stooooop! ». Che pomeriggio, all'aeroporto di Linate. Quasi due ore di trattativa con l'aereo lì, piantato sulla pista, i portelloni chiusi, un certo caldo, una certa rabbia, una certissima impazienza. Con la (timorosa e timida) mediazione di un rappresentante dell'ambasciatore del Qatar convocato di corsa. Con la polizia che teneva aggiornata Questura e Prefettura, si sa mai si rischiasse l'incidente diplomatico. Con gli altri 117 a bordo così tanto infuriati che quando lo sceicco ha riprovato a convincerli a spostarsi per favorirlo, gli hanno risposto di nuovo picche. E con il comandante così tanto — anche lui — infuriato che quando Bader Bin Khalifa Al-Thani s'è arreso accettando la promiscuità logistica, beh, l'ha fatto scendere: «In condizioni tali, mica parto».
Conclusione: il British Airways è decollato, con un ritardo abissale (180 minuti) che ha fatto saltare le coincidenze a 50 passeggeri e, in generale, fatto saltare serata e cene, incontri di lavori e summit di piacere.