Originariamente inviato da catrin
Ho sempre tenuto un diario; da piccola erano i classici diari con i lucchetti finti...col passare del tempo sono diventati normali "diari", agende, notes e fogli volanti.
Scrivevo, scrivo (ormai raramente, purtroppo), per vari motivi; mi ricordo che c'è stato un periodo (verso i 10 anni), in cui mia sorella, ogni santa sera alle 20, si chiudeva in camera al telefono con il suo ragazzo e io rimanevo con mia madre in cucina, sulla sedia e scrivevo quello che mi era successo durante il giorno. In quel periodo mi piaceva tanto un mio compagno di scuola e raccontavo al mio diario ogni suo minimo sguardo, oltre al modo in cui si vestiva. E' anche grazie a questa abitudine che mi ricordo di lui e dell'intero suo guardaroba
Ho tantissimi ricordi del passato, fatti che ho impressi nella mente (purtroppo sia belli che brutti), proprio perché li ho scritti.
In seguito, da brava adolescente
c'è stato un periodo un po' buio, in cui scrivevo i pensieri tristi che mi passavano per la testa e le mie paure e angosce. In quelle occasioni scrivere mi aiutava a sfogarmi, senza andare a lagnarmi con le mie -più o meno buone -conoscenti.
Anche oggi mi ritrovo a scrivere soprattutto quando le cose non vanno molto bene. E' un modo per scaricarmi, come se "buttassi fuori" quello che di cattivo ho dentro.
Inoltre, sotto un certo punto di vista, sono molto egoista: così come non condivido le mie paure, ansie e gli avvenimenti peggiori della mia vita, non condivido le mie gioie più grandi (di cui a volte, riesco a parlare solo con mia sorella); e sono tutte cose che, per gioia o sfogo, mi ritrovo a scrivere, sia per rileggere tutto in un futuro, sia per mettere da parte quel foglietto e non riprenderlo mai più.