L'altro giorno ho visto una intervista ad un noto regista americano che, ad un certo punto, ha fatto una battuta riguardo alla necessità o meno di scrivere sui film. Con "scrivere" lui intendeva le recensioni, i perchè ed i percome di impostare le storie in un certo modo ecc. Secondo lui era quasi una perdita di tempo.
Il ragionamento che sosteneva la sua idea girava intorno all'idea che lo sforzo (e obiettivo) per la creazione di un film è la trasposizione di una sceneggiatura (scritta), in immagini ed suoni. Che necessità c'è, alla fine, di fare nuovamente il precorso inverso.
Era ovviamente una specie di provocazione molto retorica ma non priva di spunti e mi ha fatto riflettere sulla nostra necessità di scrivere (chi è capace) e di leggere (per i comuni mortali) riguardo un film visto. Una sorta di giusta conclusione alla visione del film stesso, un "ripasso" mentale che ci aiuta a consolidare e stratificare le emozioni ed pensieri scaturiti.
Ma se, per ipotesi, non ci fosse quest'ultimo passaggio, la "comprensione" dei film sarebbe una cosa riservata a pochi?