ROMA - Massimo D'Alema era parlamentare europeo quando riceveva le telefonate di Consorte sulla vicenda Antonveneta, la richiesta di autorizzazione a utilizzare le intercettazioni doveva quindi essere presentata al Parlamento di Strasburgo.
L'errore tecnico che potrebbe avere conseguenze importanti, viene sottolineato da Carlo Giovanardi, presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera: "Entro domani dobbiamo decidere la richiesta di autorizzazione per D'Alema, Fassino e Cicu. Tuttavia, dopo un approfondimento fatto dagli uffici, abbiamo rilevato che l'onorevole D'Alema all'epoca delle intercettazioni, nel luglio del 2005, non era un parlamentare italiano, ma europeo".
Conseguenze? "Oggi - spiega Giovanardi - in Giunta insieme agli altri colleghi decideremo ma, molto probabilmente, la richiesta di autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni non andava mandata al Parlamento italiano, ma a quello europeo. Dove i parlamentari italiani eletti in Europa godono delle stesse guarantigie che hanno in Italia e che devono essere verificate, però, da un apposito organismo del Parlamento europeo che ha le stesse competenze che ha la Giunta in Italia".