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È il caso dell’obbligo introdotto dall'articolo 2 del DPR n. 404 del 5 ottobre 2001, precisato
dall’Agenzia delle Entrate con Risoluzione del 16 maggio 2006, n. 60. Pare infatti, e una
perlustrazione del web italiano lo dimostra, che siano ancora molte le home page dei siti riferibili
ad imprese e professionisti a non recare il numero di partita IVA.
Con la citata Risoluzione 60/2006, l’Agenzia delle Entrate aveva invece chiarito (troncando ogni
discussione in merito alla natura del sito internet) che il numero di partita IVA attribuito dagli
uffici dell'Agenzia a quanti intraprendono l'esercizio di impresa, arte o professione nel territorio
dello Stato deve essere indicato nella home-page del sito web anche nel caso in cui il sito
venga utilizzato per scopi meramente propagandistici e pubblicitari, senza il compimento di
attività di commercio elettronico.
L’Agenzia delle Entrate (in particolare, la Direzione Regionale della Liguria) ha iniziato a
contestare violazioni alle imprese e ai professionisti che non rispettano l’obbligo di indicazione
della partita Iva, irrogando una sanzione amministrativa il cui importo può variare da Euro
258,23 a Euro 2.065,83.
Si suggerisce pertanto di pubblicare al più presto (prima di eventuali contestazioni,
regolarizzando così la propria posizione) almeno il numero di partita Iva sulla Home page del sito
istituzionale dell’azienda, mentre le altre informazioni relative alla società, richieste ad esempio
dalla disciplina in materia di tutela dei consumatori, di commercio elettronico e fiscale
(denominazione sociale, sede, contatti, numero del R.e.a.), potranno essere pubblicate nelle
pagine internet interne, quali ad esempio la pagina “chi siamo” oppure “contatti”.
OPPURE
Partita IVA in home page: partono i controlli
La Partita IVA va obbligatoriamente indicata in home page: ciò vale per i siti che sono direttamente collegabili a società,per siti con nomi di fantasia che siano ricoleggabili ad imprese ed per i siti che non svolgono attività di e-commerce. Tale obbligo non è affatto recente esso risale al Dpr n. 404 del 5 ottobre 2001, art.2.
L'argomento è ritornato prepotentemente d'attualità: l'agenzia delle entrate ligure ha avviato indagini per verificare la presenza della partita IVA in home page al fine di collegare i siti internet alle aziende ed ai professionisti di appartenenza.
Tutti di corsa a modificare il sito?
Google dove metterà la partita IVA?
Questo obbligo rafforza il ruolo del sito Internet: a mio avviso la partita IVA in home è sinonimo di professionalità. Ciò rafforza il concetto che un sito Internet non è un avatar, uno strumento di comunicazione indipendente, ma è certamente parte integrante della realtà aziendale. Uno strumento complementare che aiuta l'impresa in tutte le fasi del suo business. Un sito chiaro e facilmente riconducibile all'impresa rappresenta un vantaggio, su questo non ci sono dubbi..
Allora perchè nascondersi?
Quando un'azienda ha bisogno di nascondersi?
Perchè fidarsi di un'azienda che vuole nascondersi?