Prendo spunto da una frase dell'esimio jsmoran, (scritta in un thread politico) e che, salvo la parentesi, ho messo nel titolo, per scriverci sopra qualcosa in più, sulla "ragione".
Capita, nelle discussioni, che due persone di opposta opinione vogliano avere entrambe ragione.
Capita anche che a sostegno della propria ragione entrambi portino argomenti, più o meno solidi, a supporto delle rispettive opinioni.
Capita anche che chi porta gli argomenti più solidi e specialmente quando gli stessi sono basati su fatti concreti e incontrovertibili, si trova ad essere quello che, agli occhi di ipotetici terzi osservatori, appare avere più ragione dell’altro.
Capita che l’altro, conscio di non aver ragione perché non ha più alcun argomento valido per sostenere la propria, non solo non ammetta che il contendente ha oggettivamente ragione, ma dirotti il discorso sulle qualità “morali” dell’interlocutore, o si aggrappi a particolari del tutto secondari della questione principale, sui quali ritiene di poter spendere ancora delle “ragioni”, pur deviando completamente dal discorso originario.
Capita così che chi ha ragione, ed ha ben argomentato la propria ragione finchè la stessa appaia inconfutabile, si trovi ad esser classificato come arrogante, antipatico, presuntuoso, spocchioso ed intellettualmente superiore, e si trovi suo malgrado ad essere confinato in una non meglio precisata Casta, alla quale vengono attribuite abitudini settarie e financo dovizia di deficienze o di deviazioni, persino sessuali.
Capita.