Silvio Soldini (che ricorderete per la bella commedia "Pane e tulipani") dirige Albanese e la Buy nella storia (piuttosto attuale) di una coppia agiata, nella quale lui perde il lavoro.
E con il lavoro perde, nel giro di poco tempo, la casa, la barca, le vacanze, gli “amici” (sì, amici fra virgolette) . E poi la fiducia, la dignità, la speranza…
Umiliato e sconfitto, troverà la solidarietà tra gli umili, due suoi ex-operai.
Si renderà soprattutto conto che la cosa migliore della sua vita e forse l’unica cui aggrapparsi sono gli affetti che ha costruito.
E dai quali si deve ricominciare.
Soldini gira un buon film senza scadere in pietismi inutili né in scontate recriminazioni sociali.
Lo gira in modo semplice, senza scene ad effetto, con amaro realismo, come può esserlo la perdita del lavoro, oggi. Albanese si conferma bravo attore drammatico.
Gli sfondi riprendono con belle immagini a campo largo Genova, muta spettatrice e asettico contenitore di vite, passioni e speranze umane.
Globale ***1/2
P.s.: prima del film è andata in onda la pubblicità di una banca, che offriva a una giovane coppia mutui fino a 40 anni di durata. Ho fatto mentalmente un’addizione e ho sorriso…prima di questo film era una pubblicità tragicamente perfetta…