Originariamente inviato da maucirano
Chi sceglie di convivere con il proprio partner, quali prospettive a lungo termine si pone?
Vi spiego il mio dubbio...
Chi convive, differentemente da chi decide di unirsi in matrimonio (con rito civile o religioso) a mio modo di vedere le cose non si pone interrogativi futuri. Ciò che porta a convivere, visto da un profano come me, è il ragionamento per cui "oggi sto bene con il mio partner, per cui decido di condividere con lui il mio quotidiano, domani chissà?". Un "non-impegno" insomma, un qualcosa che si possa sciogliere senza implicazioni future.
Ma a lungo termine, che tipo di prospettive e di certezze dà una convivenza?
A partire dai figli, per arrivare alle proprietà, eventuali mutui, l'esigenza di pensare al futuro, come vengono conciliate da chi sceglie di convivere?
Sia chiaro, non vuole essere una provocazione, è un dubbio su cui ho ragionato negli ultimi giorni.