Pagina 1 di 2 1 2 ultimoultimo
Visualizzazione dei risultati da 1 a 10 su 11
  1. #1
    Utente bannato
    Registrato dal
    Jan 2006
    Messaggi
    100

    Reddito minimo e casa decente per abitare in città

    Massimo Bitonci ha firmato il provvedimento che aumenta i controlli sugli stranieri che chiedono la residenza. Si devono guadagnare almeno 420 euro al mese e bisogna avere a disposizione una casa decente. Non saranno accolti coloro per i quali, in base agli accertamenti in Prefettura e Questura, vi potrà essere "pericolosità sociale"
    Il sindaco Massimo Bitonci
    Il sindaco Massimo Bitonci
    CITTADELLA. La firma del sindaco di Cittadella, Massimo Bitonci, è arrivata ieri mattina. Un po’ a sorpresa, perché era attesa per lunedì. E ora gli sceriffi leghisti di Verona, Flavio Tosi, e di Treviso, Gian Paolo Gobbo, sono chiamati a inseguire. «Io vado avanti», la battuta a caldo di Bitonci. Dal comando di polizia municipale arrivano otto pagine, fitte di riferimenti giuridici, in particolare al decreto legislativo 30/2007. L’iscrizione anagrafica sarà condizionata, a Cittadella, per gli stranieri comunitari e gli extracomunitari con carta di soggiorno in corso di rinnovo.

    Sarà condizionata alla presenza del lavoro o di una fonte di reddito lecito, a un’abitazione dotata dei requisiti igienico sanitari e allo status di «non pericolosità sociale». In realtà è così ovunque, ma a Cittadella la pretesa del rispetto di questi requisiti è particolarmente enfatizzata. L’ordinanza è una risposta a un «fenomeno migratorio che - secondo l’amministrazione comunale - potrebbe assurgere a connotati di vera e propria emergenza sotto il profilo della salvaguardia dell’igiene e della sanità pubblica, nonchè dell’incolumità dell’ordine e della sicurezza nella più ampia accezione del termine». Vediamo nel dettaglio l’editto bitonciano sui requisiti ulteriori per ottenere la residenza cittadellese.

    Primo capitolo, il reddito. I cittadini comunitari e extracomunitari, nel caso in cui non dimostrino di avere un lavoro, dovranno avere «risorse economiche sufficienti» a vivere. Si è scelto come parametro l’assegno sociale. Il singolo o una coppia dovrà quindi percepire almeno 5.061 euro annui, di fonte ovviamente lecita; una famiglia di tre o quattro persone, 10.123 euro. E così via. Come per i pensionati «con la minima», si considera sufficiente un reddito di 420 euro al mese, una quindicina al giorno.


    L’obbligo di dimostrare di avere un reddito riguarda il cittadino dell’Unione Europea che decida di soggiornare in Italia senza svolgere un’attività lavorativa o di studio o formazione professionale. Per gli altri cittadini dell’Ue, per l’iscrizione anagrafica, è richiesta la documentazione attestante l’attività lavorativa subordinata o autonomamente esercitata. Per i lavoratori subordinati viene chiesta copia dell’ultima busta paga o del contratto di lavoro con i dati Inps ed Inail. «I cittadini della Romania e della Bulgaria - continua l’ordinanza - dovranno inoltre esibire il nulla osta rilasciato dallo sportello unico per l’i mmigrazione nei settori diversi da quello agricolo, turistico alberghiero, lavoro domestico e di assistenza alla persona, edilizio, metalmeccanico, dirigenziale e altamente qualificato, lavoro stagionale».

    Secondo capitolo, i malavitosi. Nel caso venga accertato uno status di pericolosità sociale tale da porre a rischio il mantenimento e la salvaguardia della sicurezza pubblica, preventivamente all’iscrizione anagrafica, verranno informate Prefettura e Questura; la «pericolosità» potrà essere dedotta da precedenti penali o da informazioni raccolte direttamente dal Comune. Dovranno poi essere le autorità padovane a dire al sindaco cosa fare.

    Terzo capitolo, la casa. Chi chiede la residenza deve indicare anche dove abita (e questo vale per tutti). Qualora l’� abitazione non risulti salubre non potrà essere negata l’i scrizione all’anagrafe ma, con successivo e diverso provvedimento, potrà essere vietato abitare in quella casa, «nell’interesse» del nuovo cittadino che quindi o si troverà una residenza sana o dovrà andare via.

    Si tratta ora di capire se siano stati superati gli scogli giuridici paventati da più parti: le prime due pagine dell’o rdinanza, la «premessa», sono una summa di riferimenti a testi normativi e giurisprudenziali, e mirano a superare le obiezioni sollevate in questi giorni. Querelle giuridica a parte, resta alta la temperatura del dibattito politico: con l’ordinanza sull’i scrizione anagrafica, Bitonci ha dettato l’agenda del Carroccio - e non solo - a livello regionale. Le opposizioni, a Cittadella, si sono organizzate per replicare: il 3 dicembre, consiglio comunale «ordinario», con i gruppi di Forza Italia-Pne e centrosinistra-liste civiche uniti per chiedere al sindaco un maggior dialogo, e un percorso condiviso con le minoranze sul tema della sicurezza.

  2. #2
    beh al tempo del fascismo lo si faceva con i terroni che venivano al nord...

  3. #3
    Originariamente inviato da andrea.paiola
    beh al tempo del fascismo lo si faceva con i terroni che venivano al nord...
    Italiani cuore d'oro

  4. #4
    Originariamente inviato da whitefox
    Italiani cuore d'oro
    i mezzi per regolare i flussi migratori son quelli eh...

  5. #5
    Utente bannato
    Registrato dal
    Jan 2006
    Messaggi
    100
    Come per i pensionati «con la minima», si considera sufficiente un reddito di 420 euro al mese, una quindicina al giorno.

    Qualora l’ abitazione non risulti salubre non potrà essere negata l’i scrizione all’anagrafe ma, con successivo e diverso provvedimento, potrà essere vietato abitare in quella casa, «nell’interesse» del nuovo cittadino che quindi o si troverà una residenza sana o dovrà andare via.
    sei pensionata?
    ti spetta solo una pensioninina di invalidità?
    puoi permetterti di vivere solo nella catapecchia dove sei nata?

    intanto ti buttiamo fuori dal comune poi cominciamo a parlare di wellfare con maroni
    ma questo non si può fare!
    si! perchè siamo nella casa delle libertà!
    brigitte bardò bardò pepepe pepeeeeeeeeeeeeeeeee

  6. #6
    Originariamente inviato da s0r42
    sei pensionata?
    ti spetta solo una pensioninina di invalidità?
    puoi permetterti di vivere solo nella catapecchia dove sei nata?

    intanto ti buttiamo fuori dal comune poi cominciamo a parlare di wellfare con maroni
    ma questo non si può fare!
    si! perchè siamo nella casa delle libertà!
    brigitte bardò bardò pepepe pepeeeeeeeeeeeeeeeee


    Il provvedimento riguarda gli stranieri che chiedono la residenza, non i cittadini italiani.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
    Registrato dal
    Nov 2005
    Messaggi
    233
    io approvo.

    a noi autoctoni quando chiediamo il cambio di residenza all'interno del ns paese di nascita viene il vigile a verificare se è vero che risiedi dove hai detto.

    e ho la cittadinanza italiana. lavoro e ho una casa.

    e se voglio stare nella mia casa devo pagare l'ici, e se voglio riscaldare la mia casa devo pagare il controllo fumi della mia caldaia, e se voglio usare la mia macchina devo pagare il bollo di circolazione per poter circolare e il bollino blu e fare la rev. ogni 2 anni.
    e se voglio che non mi portino via i figli non gli devo far mancare niente anche se un lavoro sicuro non ce l'ho.

    è questo è solo un esempio.
    non capisco perchè noi nati e cresciuti qui dobbiamo essere subissati di regole e regolette e pagare regolarmente al minimo sgarro mentre queste persone che vengono da fuori no.

    e non citatemi l'indigenza.
    anche la mia non-indigenza è legata a un contratto a termine...quindi temporanea.
    "Chi se ne frega, disse il mago alla strega, ora vado nel bosco e mi faccio una s...passeggiata."
    ------------------------
    Antipatichi!

  8. #8
    Originariamente inviato da andrea.paiola
    beh al tempo del fascismo lo si faceva con i terroni che venivano al nord...
    in quei tempi, ma anche qualche decennio dopo, pure i veneti emigranti verso Piemonte e Lombardia avevano quella nomea.
    Più la si cerca e più si allontana, la base dell'arcobaleno.
    foto

  9. #9
    Originariamente inviato da taddeus
    in quei tempi, ma anche qualche decennio dopo, pure i veneti emigranti verso Piemonte e Lombardia avevano quella nomea.
    che nomea scusa?
    io sto parlando del fatto di controllare per esempio che chi veniva a Torino avesse un lavoro e una casa...

  10. #10
    Originariamente inviato da andrea.paiola
    beh al tempo del fascismo lo si faceva con i terroni che venivano al nord...
    i miei sono emigrati in svizzera per lavoro tra i 20 e i 30 anni e come loro molti parenti, amici e conoscenti e le regole erano quelle: per andarci dovevi avere casa e lavoro e personalmente non ci vedo nulla di male in questo

    c'e' necessita' di manodopera? bene, allora vediamo che abbiano la possibilita' di vivere decorosamente, anziche' limitarci a sfruttarli sbattendocene delle loro condizioni di vita

    amen

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire repliche
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
Powered by vBulletin® Version 4.2.1
Copyright © 2024 vBulletin Solutions, Inc. All rights reserved.