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  1. #1
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    Bari, 28 novembre 1977-2007

    La città ricorda il trentennale della morte di Benny Petrone, ragazzo ucciso in pieno centro da una squadraccia fascista. Aveva un leggero handicap ad una gamba, non poteva correre.

    Chiudo gli occhi e mi rivedo lì, adolescente, smarrito, ferito: non solo io come persona, ma io come comunità politica ed io come generazione. A quel tempo, erano i mitici anni Settanta, non si usava quel pronome personale, dire "io" appariva quasi un vizio. "Noi" fummo risucchiati nel gorgo di quella morte "nostra": di uno di noi, ragazzo come noi, comunista come noi. Benedetto Petrone, un ribelle cresciuto nel recinto degradato di Bari Vecchia, una passione politica spesa tra antifascismo militante e lotte per il risanamento del suo quartiere. Fu ucciso dalla lama di una banda di fascisti. Era il tempo in cui Pino Rauti girava l' Italia predicando lo "scontro fisico", era giunto anche nel capoluogo pugliese a seminare il veleno dell' odio.

    Chiusi gli occhi quando mi chiamarono i compagni della Federazione provinciale per dirmi che avevano ucciso Benedetto. Chiusi gli occhi la mattina seguente, in una piazza Prefettura gremita di gioventù, accanto ai compagni che posavano fiori e piangevano, nell' angolo in cui si era compiuta la tragedia. Chiusi gli occhi quando la polizia cominciò a lanciare lacrimogeni su di noi, quando cominciò una carica assurda contro chi vedeva violato persino lo spazio del dolore. Ho sempre avuto l' istinto di chiudere gli occhi, un vero automatismo fisico, dinanzi alle cose insopportabili: quasi l' impossibilità di guardarle, di metterle a fuoco, di doverne sondare la gravità. Io sono diventato comunista per amore sfrenato della vita, la morte come strumento di lotta politica è un pensiero che neppure riesco a contenere nel mio cervello. Rivedo Franco Giordano sul palco, anche lui ventenne, che esorta ad una reazione intelligente e politica, che ragiona e urla e piange. Non tutta la città indossò il lutto per quella morte violenta. Il neofascismo barese godeva di ampie alleanze e simpatie e, sia pure dentro quella cifra di teppismo squadrista, serviva alla stregua di un randello "d' ordine" nelle mani di un pezzo di establishment locale. Dopo l' omicidio Petrone, quella classe dirigente che non ebbe lacrime per un figlio del popolo ammazzato come un cane, ebbe invece progetti e procedure per aggredire il popolo della città vecchia, per deportarne porzioni crescenti nelle immonde periferie che crescevano a ridosso dei nuovi insediamenti industriali. Su Benedetto si giocò con le piccole insinuazioni e con le diffamazioni allusive: forse la droga, forse la marginalità, forse la sua radice sociale lo avevano portato a morire. Poi calò l' oblio. Il 28 novembre 1977 la mia generazione ebbe il suo battesimo di sangue e dovette rapidamente farsi adulta: cercando di non perdere l' adolescenza della passione e la maturità della politica. Rifiutando la violenza e coltivando la memoria. Raccontando ai ragazzi di oggi la vita e la morte di un ragazzo di allora: e il suo stare al mondo con rabbia e con allegria, con vitalità e con generosità. Oggi che la memoria è prigioniera nell' isola dei famosi e l' impegno è asfissiato dall' antropologia del grande fratello, quelli che non accettano le leggi del mondo-market e della guerra permanente possono fermarsi qui a Bari, in quella grande piazza borghese, a sentire un frammento di storia e a coltivare collettivamente un sogno che vogliamo continuare a sognare.

    Nichi Vendola
    NO MP TECNICI PERCHE' NON NE CAPISCO NULLA, GRAZIE

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di foo
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  3. #3
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    ATTENZIONE

    Non sono piu' presente sul forum. Ma potrei tornare a rompere le balle all'improvviso per poi sparire di nuovo.

  4. #4

  5. #5
    Moderatore di Off Topic, Kickstarter e XML L'avatar di Sky
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  6. #6
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    sono tornato ora da alcune celebrazioni, molto toccante.
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  7. #7
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    Ohhhhhh, quando muoiono sono tutti santi.
    Spiace per la morte, ma siamo difronte all'ennesima strumentalizzazione di voi comunsti, che altro non siete che l'esatto altro lato della medaglia dei fascisti. Stessa razza.

    Voi comunisti solo per definirvi tali avete le stesse colpe dei fascisti post guerra...stessa razza stesso schifo. Sei peggio di un tifoso, non vedi più in là della tua squadretta.

    Inutile che dai delle merde picchiatrici ai fascisti perchè i comunusti erano uguali...sono passati 30 anni agiaco...è ora che capisci che i regimi totalitari sono stati fallimentari, di qualsiasi tipo essi siano.

  8. #8
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    Originariamente inviato da carnauser
    Ohhhhhh, quando muoiono sono tutti santi.
    Spiace per la morte, ma siamo difronte all'ennesima strumentalizzazione di voi comunsti, che altro non siete che l'esatto altro lato della medaglia dei fascisti. Stessa razza.
    Mi spiace per te ma i comunisti qui non c'entrano nulla. Tutta la città lo pianse e condannò il gesto, lo dimostra la targa sul municipio che fu messa da tutti.
    Non era un santo, aveva 18 anni, un lavoro, usciva di sera dalla sezione per andare a casa, da solo, fu assalito alle spalle e ucciso perchè non poteva scappare.
    Per la città, destrorsa e borghese, fu un colpo.

    Così lo ricorda il sito del Comune
    Il giovane comunista viveva con la famiglia nella città vecchia. Era claudicante per la poliomielite che lo aveva colpito da bambino. Con la F.G.C.I. si batteva per il riscatto sociale della gente e per il risanamento del suo quartiere. Ai suoi funerali c’erano più di trentamila baresi: un’intera generazione di giovani è stata profondamente segnata da questo avvenimento.
    Qui un articolo di Repubblica.

    http://bari.repubblica.it/
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  9. #9
    Utente bannato
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    Originariamente inviato da agiaco
    Mi spiace per te ma i comunisti qui non c'entrano nulla. Tutta la città lo pianse e condannò il gesto, lo dimostra la targa sul municipio che fu messa da tutti.
    Non era un santo, aveva 18 anni, un lavoro, usciva di sera dalla sezione per andare a casa, da solo, fu assalito alle spalle e ucciso perchè non poteva scappare.
    Per la città, destrorsa e borghese, fu un colpo.
    Agiaco che tutta la città pianga un ragazzo morto mi sembra normale, prima di essere un cazzo di comunista e o un pirla fascista era per primo un uomo. Non ho mai detto " evviva è crepato".
    Quello che è stupido è strumentalizzarlo, usarlo per accusare "gli altri", quando gli accusanti fanno ugualmente schifo. Si chiama strumentalizzazione agiaco e tu ne sei vittima inconsapevole.

  10. #10
    Moderatore emerito L'avatar di agiaco
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    Originariamente inviato da carnauser
    Agiaco che tutta la città pianga un ragazzo morto mi sembra normale. Non ho mai detto " evviva è crepato".
    Quello che è stupido è strumentalizzarlo, usarlo per accusare "gli altri", quando gli accusanti fanno ugualmente schifo. Si chiama strumentalizzazione agiaco e tu ne sei vittima inconsapevole.
    non ho capito chi avrei accusato e dove, a parte chi lo ha ucciso. mah...
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